I CAVALIERI DI CRISTO
GLI ORDINI RELIGIOSI-MILITARI NEL MEDIOEVO

 

By Yuri Marcialis

Introduzione:
Nell’introduzione Demurger analizza l’evoluzione del termine miles a partire dalla Roma repubblicana, sino al medioevo; è interessante notare come sia i soldati in generale che le elite combattenti a cavallo siano individuate con questo termine, però in lingua francese, tedesca e inglese le due figure vengono chiamate con nomi differenti e solo in italiano e spagnolo non si fa distinzione. Gli ordini religioso-militari formati da <<religiosi a vocazione militare>> possono essere ricompresi nella seconda accezione di miles.
Questi ordini religioso-militari, non composti da monaci, solo in età moderna e contemporanea hanno superato la loro vocazione militare per dedicarsi all’assistenza e alla carità.

Ascesa (XI-XIII secolo):
Gli ordini militari sono una tappa del processo di <<sacralizzazione>> della guerra, avvenuto nel medioevo, atto a giustificarne la liceità e a ridurne gli aspetti più crudeli. Inizialmente al fine di disciplinare i bellatores, che insieme a oratores e laboratores strutturavano la società medioevale, nasceva un movimento dal nome la Pace di Dio che richiamava ai loro doveri i cavalieri che si comportavano male, per esempio esercitando violenza contro gli indifesi. Inoltre vennero istituite le Tregue di Dio ossia l’astensione dalle attività proprie della classe dei guerrieri in alcuni giorni dell’anno. La crociata completava il quadro dando ai bellatores la possibilità di riscattare se stessi attraverso una via onesta dell’uso della violenza. In pratica l’ordine religioso-militare, inserendo i cavalieri nella società cristiana, diventa il quadro istituzionale della “nuova cavalleria”.

La Terra Santa è il luogo naturale dove questi ordini ebbero origine, spesso sovrapponendosi nei nomi e nei luoghi. Intorno al Santo Sepolcro sorsero progressivamente edifici di culto e di assistenza gestiti da religiosi o da confraternite laiche che, alcune volte, furono militarizzate. In questo crogiuolo di persone nacquero tre ordini religiosi: i canonici del Santo Sepolcro, l’Ordine degli Ospedalieri (oggi noti come Ordine di Malta) e i Cavalieri del Tempio (i templari).
I primi, creati nella Cupola della Roccia da re Baldovino I dopo la conquista di Gerusalemme, diventarono canonici regolari nel 1114 e furono inquadrati nella regola agostiniana; la loro funzione fu essenzialmente liturgica, tanto che assistevano ai loro riti sacri gli ospedalieri. Questi ultimi ebbero origine nel primo ospedale sorto a Gerusalemme per opera dei benedettini, ma nel 1113 si resero indipendenti e passarono alla regola agostiniana diventando un ordine religioso internazionale con la possibilità di ricevere donazioni anche in Europa. Per finire i templari, dapprima cavalieri laici alle dipendenze dei canonici del Santo Sepolcro e ospitati nelle strutture degli ospedalieri, si resero indipendenti da entrambi tra il 1120 e il 1129 diventando il primo ordine religioso militarizzato. In sostanza intorno all’esigenza di aiutare i pellegrini si formarono tre ordini, ognuno con una funzione specifica: liturgica per i canonici, assistenziale per gli ospedalieri e militare per i templari.

Alla fine del XII secolo nascerà il cosiddetto <<ospedale dei tedeschi>> che si trasformò in ordine religioso-militare, adottando la regola del Tempio e degli Ospedalieri. Dopo la perdita degli avamposti cristiani e l’arretramento dei Templari e degli Ospedalieri i teutonici tornarono in Europa e si stabilirono in Livonia e Prussia, dando vita a uno Stato teocratico. La loro principale attività fu quella di condurre una vera <<guerra missionaria>> al fine di far <<progredire la fede cristiana con la conquista, la colonizzazione e la sottomissione>> delle popolazioni di lingua slava, baltica e finnica.

Per esaminare la situazione della penisola iberica è utile tener presente il contesto della Reconquista e il fallimento dei templari e ospedalieri in Terra Santa. La presenza di numerose confraternite e di una classe chiamata caballeros villanos fecero da terreno fertile per la nascita di numerosi ordini religiosi: Calatrava in Castiglia, Alcantara nel Leon, Avis in Portogallo, Montjoie in Aragona, San Jordi in Catalogna e Contesa a Valencia. Il carattere nazionalista di questi ordini, favorito dai sovrani locali per controllarne uomini e patrimoni, non fu mai ben visto dal Pontefice ed è alla base del loro declino.

Un’istituzione originale della cristianità medievale:
Si potranno trovare molte affinità, ma anche divergenze a partire da un’analisi comparativa tra gli ordini, prendendo in esame gli statuti, il reclutamento, le attività, i simboli e l’amministrazione. Una significativa particolarità è la presenza di donne all’interno degli ordini e al fine di permetterne l’ingresso fu adottata una <<struttura conventuale mista dei monasteri doppi, in cui un edificio maschile è unito a uno femminile sotto la guida di un solo abate o di una sola badessa>>. In riferimento al reclutamento è da evidenziare come inizialmente l’unico requisito fosse lo stato di uomini liberi ma a partire dal XIII secolo l’accesso allo status di cavalieri, l’elite combattente, fu consentito solo a <<nobili di nascita legittima, figli di cavalieri o almeno di lignaggio cavalleresco>>; questo è riscontrabile in molti studi che evidenziano come gli ordini non attirarono mai l’alta nobiltà ma solo la media e piccola nobiltà fornirono la maggior parte dei fratelli combattenti.

Gli ordini erano in larga parte formati da <<fratelli laici autorizzati a combattere>>, ma anche da chierici, chiamati fratelli cappellani, che garantissero l’assistenza liturgica. In realtà nella maggior parte degli ordini i fratelli combattenti emettevano i voti e quindi erano teoricamente religiosi, pur non potendo amministrare i sacramenti. Oltre ai fratelli laici e ai fratelli cappellani c’erano i confratelli, senza pronunciare i voti, venivano accolti nell’ordine in cambio di un dono (solitamente cavallo e armi) o di una rendita annua. A metà strada tra fratelli e confratelli vi erano i donati che, a differenza dei confratelli, donavano tutti i propri beni all’ordine, pur potendo continuare ad usufruirne fino alla morte, propria o del congiunto. Confratelli e donati non pronunciavano i voti ma godevano dell’assistenza e protezione materiale e spirituale dell’ordine. Per finire il quadro delle persone presenti all’interno di un ordine sono da citare i pastori, i contadini i domestici e quant’altro, chiamati in maniera diversa a seconda dell’ordine, famigliari presso i teutonici o uomini del tempio presso i templari.

Per quanto riguarda l’organizzazione interna, tutti gli ordini erano gerarchicamente divisi su tre livelli: centrale, provinciale e locale. Il livello centrale era sempre amministrato da un Gran Maestro le cui competenze e modalità d’elezione erano simili presso tutti gli ordini, così come lo erano la nomina dei collaboratori più stretti o la convocazione o le competenze del capitolo generale, il massimo organo legislativo. Il livello provinciale invece era invece molto più diversificato già nel nome (priorato, provincia, convento, regna), a seconda dell’ordine. Il livello locale è quello delle commende che non sono case o conventi, bensì circoscrizioni che potevano comprendere una o più case. Spesso su questo punto si sono ingenerate confusioni tali da non permettere un preciso censimento, gli ospedalieri per esempio chiamavano commende i capoluoghi delle circoscrizioni membri le case subordinate. Un conteggio relativamente affidabile censisce circa 1400 commende, divise tra templari (800), ospedalieri (280), teutonici (90) e ordini della penisola iberica (230).

I rapporti tra centro dell’attività (Terra Santa) e periferia (Europa occidentale) dalla quale arrivavano risorse umane, materiali e finanziarie erano diversificati e vi era una sorta di divisione tra province d’oltremare (occidentali) e al di qua del mare (oriente), divise dall’isola di Creta. L’importanza strategica ei rapporti con la periferia portò gli ospedalieri, durante il controllo di Rodi, a nominare degli agenti permanenti a Roma: un luogotenente generale, un esattore di responsiones e un procuratore generale.
Le responsiones ammontavano ammontavano a un terzo <<delle rendite derivate dallo sfruttamento del patrimonio degli ordini>> e il loro trasferimento avveniva in denaro o in natura (cavalli, grano, armi) attraverso imbarcazioni fatte costruire appositamente dagli ordini oppure ricorrendo a quelle dei mercanti veneziani o genovesi. In questo modo i collegamenti da e verso l’Europa erano assicurati e gli unici problemi erano relativi alle tasse di esportazione imposte dai vari sovrani, tanto che spesso il Pontefice doveva intervenire in difesa degli ordini.

I templari in particolar modo, ma anche gli ospedalieri, divennero anche banchieri infatti, pur non raggiungendo mai il flusso e neanche la novità delle operazioni bancarie italiane, utilizzarono comunque tecniche bancarie sofisticate, contratti e conti correnti. Molti si affidarono agli ordini per avere dei prestiti o per il semplice trasporto di valuta perché erano visti come sicuri, seri ed esperti.
A supportare l’ingente sforzo economico richiesto dalle “guerre sante” vi erano ingenti patrimoni, la cui formazione e amministrazione è un punto saliente dello studio degli ordini. Per quanto riguarda la formazione di tali patrimoni è interessante approfondire il meccanismo delle donazioni da parte dei privati; nei secoli XII e XIII gli ordini godettero di un’ondata di simpatia e in molti donarono ingenti patrimoni. Spesso però dietro le donazioni si nascondeva il pegno di un prestito di denaro o la cessione di una rendita annuale e ancor più spesso il benefattore donava anche se stesso divenendo confratello o donato al fine di godere dei benefici riservati agli aderenti.

I criteri che guidavano il consolidamento e l’organizzazione del patrimonio erano <<la concentrazione e la ricomposizione>>, anche attraverso nuovi acquisti e scambi al fine di consentirne uno sfruttamento economico più efficiente, sfruttamento che seguirono sempre in maniera diretta e non utilizzando quasi mai affitto o mezzadria. Inoltre, ove possibile, gli ordini cercarono sempre di riscattare i diritti signorili oppure di entrare in possesso proprio di quei beni grazie ai quali potessero percepire delle rendite. Per esempio in Castiglia gli ospedalieri cedettero <<tre dei loro castelli in cambio dei diritti del re su altri beni>> anche se c’è da dire che pur possedendo beni e diritti in 114 villaggi (dei quali 37 gli appartenevano totalmente) della vecchia Castiglia, non riuscirono mai ad ottenere tutti i diritti e le rendite che appartenevano al re.

Gli ordini militari furono anche degli <<imprenditori di colonizzazione>>, infatti nelle zone di frontiera fondarono villaggi al fine di attirare contadini cristiani e quindi stabilizzare la conquista. Tale fenomeno è riscontrabile soprattutto nella penisola iberica e in Prussia; nel primo caso i sovrani cercarono di sfruttare gli ordini per “feudalizzare” le società di frontiera. Il tentativo non ebbe successo per via della scarsa popolazione e così gli ordini scelsero l’allevamento, mutando <<la crisi di popolamento in fonte di arricchimento>> e trasformandosi dunque in <<redditieri di allevamento transumante>>. La politica demografica dei teutonici, in Prussia, fu più efficace tanto che dal 1280 al 1350 fondarono 90 città e 1400 villaggi e la popolazione crebbe sino a 550.000 abitanti nel 1400, triplicandosi in meno di due secoli.

Spesso furono inevitabili i conflitti tra gli ordini e questi riguardarono principalmente tre aspetti: limiti e diritti d’uso (soprattutto su boschi e pascoli), contestazione o esenzione di diritti, contestazione di poteri ed estensione di giurisdizioni. Il più delle volte questi problemi trovavano soluzioni amichevoli attraverso un arbitro esterno (solitamente un ordine non coinvolto), ma soprattutto in terra Santa dove gli ordini <<non erano contenuti da una solida monarchia>> si poté assistere a scontri violenti, come quello tra templari e ospedalieri per il controllo del monastero di Saint-Sabas nel 1258.

Ultimo aspetto, ma non meno importante, è quello relativo all’attività bellica ed è da sottolineare certamente l’aspetto professionale e di servizio permanente che costituisce una grande novità rispetto alla stagionalità delle armate feudali. I contributi che gli ordini diedero all’arte della guerra sono notevoli: integrazione tra fanti e cavalieri, sviluppo della cavalleria leggera (mutuata dai turchi), imponenza e qualità delle fortificazioni, la fusione della tradizione occidentale con quella medio orientale nell’uso delle armi (archi e balestre) e nella loro fattura (armature e cavalcature). Ma il contributo più originale sta nell’aver promosso valori propriamente militari, una vera “cultura della guerra”. Tale cultura miscelava i valori tradizionali cavallereschi come l’onore, il coraggio, lo spirito di sacrificio, il senso del dovere e quelli del mondo dei monaci come l’obbedienza, la disciplina e l’umiltà.

Declino, crisi adattamento? (XIV-XVI secolo):
Dal XIV secolo inizia il declino degli ordini religioso-militari: i templari vengono soppressi (inizio XIV secolo) dietro le richieste di Filippo il bello e assegnazione di quasi tutti i beni agli ospedalieri, al fine di limitare la dispersione dei beni tra gli ordini nazionali; lo Stato teutonico viene secolarizzato; gli ordini iberici vengono sottomessi alla corona spagnola o a quella portoghese. Soltanto gli ospedalieri, in virtù del loro carattere internazionale, mantengono le proprie caratteristiche nonostante le pressioni di alcuni sovrani.
Particolarmente interessante risulta essere la parte relativa agli ospedalieri di Rodi e alla descrizione sull’organizzazione edilizia data all’isola, al rapporto di rispetto con la popolazione locale e sugli ingenti costi relativi al mantenimento dell’isola.

I rapporti tra gli ordini militari e le nobiltà locali non furono mai facili. A Rodi, per esempio, gli ospedalieri scoraggiarono con ogni mezzo il sistema feudale <<per non favorire la costituzione di un’aristocrazia che sarebbe divenuta rivale>>. Lo stesso accadde nei territori teutonici: all’inizio l’ordine assegnò grandi proprietà all’aristocrazia locale per avere in cambio militari ma con la crisi del XVI secolo iniziarono a modificare le regole di trasmissione dinastica, in senso restrittivo, al fine di tornare in possesso delle terre date. All’opposizione dell’aristocrazia si aggiungerà ben presto quella più forte delle città, stanche delle continue intromissioni dell’ordine nella gestione cittadina. Nel XV secolo la lega delle città con l’aiuto del re di Polonia si opporrà all’ordine e la successiva guerra di 13 anni devasterà buona parte dei villaggi prussiani. L’ordine prussiano finirà di esistere quando il Gran Maestro passerà alla riforma protestante. Nella Livonia la sorte dei teutonici sarà simile infatti il Gran Maestro cederà il territorio al re di Polonia in cambio di un ducato laico. Durante il XVI secolo entrambi i Gran Maestri dell’ordine teutonico diventano vassalli del re prussiano, ponendo definitivamente fine all’esperienza dello Stato teutonico.

Anche in Spagna alla base della sottomissione degli ordini al potere del sovrano (che nel XVI secolo ne diventerà unico Gran Maestro) ci fu la rivalità con la nobiltà locale. Questa evoluzione fu favorita dai conflitti interni ai regni e agli ordini stessi che si trovarono immischiati nella lotta di successione al trono di Pastiglia nei secoli XIV e XV; le parti in lotta per il potere utilizzarono alternativamente gli ordini per contrastare i propri avversari causandone il progressivo indebolimento.

E’ interessante l’evoluzione degli ordini in Portogallo, dove avranno un ruolo fondamentale nelle scoperte geografiche; <<nel XV secolo gli ordini ritrovano, con l’esplorazione delle coste dell’Africa e le grandi scoperte, una missione conforme al loro ideale>>. Il ruolo che riuscirono a ritagliarsi nell’ambito esplorativo è testimoniato anche dal fatto che numerosi navigatori e conquistatori portoghesi (Vasco de Gama, Amilcar Cabral, Tristan de Cunha) e gran parte degli amministratori coloniali (29 dei 32 vicerè delle indie, dal 1525 al 1600) appartenevano agli ordini.

Conclusioni:
Per concludere si esamina la derivazione degli ordini religioso-militari cristiani dal ribat musulmano, una struttura militare e religiosa, una specie di convento fortificato, situato nei territori di confine per proteggere le frontiere e lanciare offensive verso gli infedeli, in virtù della jihad.
Questa tesi già sostenuta nel XIX secolo venne smentita dalla storiografia degli anni ’60 che rivendicava la nascita degli ordini come filiazione della tradizione monastica occidentale e favorita dall’evoluzione della società cristiana tardo medievale. Più recentemente alcuni antropologi hanno riproposto il legame tra ribat e ordini militari in chiave di <<reinvenzione - o riappropriazione - in forme e termini compatibili con gli ideali cristiani>>.
Demurger mette in evidenza come il ribat nasca non come struttura militare ma come <<luogo sacralizzato dalla presenza della tomba di un sant’uomo o dalla presenza di un sufi>>; prosegue mettendo in relazione il modello occidentale e quello musulmano dal punto di vista ideologico <<jihad/guerra santa, piuttosto che quello dei rapporti ribat/ordine militare>>, visti come semplici derivati della jihad musulmana e della guerra santa cristiana.

Gli ordini militari nati come un’impresa collettiva della comunità cristiana, sotto l’egida della chiesa e di un papato con pretese universali, dovranno cedere il passo allo stato moderno. Tra il XII e il XIII secolo, periodo di massimo splendore per gli ordini, la loro azione corrispondeva alla loro missione ma in seguito dovettero adattarsi ad un contesto in cui i loro ideali non avevano più un ruolo ben definito e il loro modo di agire non lo aveva per nulla. Alcuni ordini, in modo intelligente e lungimirante, riuscirono a integrarsi loro malgrado a strutture statali laiche oppure crearono essi stessi uno stato. Comunque tutti gli ordini ritornarono alla vera e propria azione caritatevole perché, come recita la “Regola dei teutonici”: quest’ordine fu inizialmente ospedale, prima d’essere cavalleria.

By Yuri Marcialis

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S.GIOVANNI BATTISTA
La chiesa di San Giovanni Battista

CAVALIERI DI SAN GIOVANNI

I CAVALIERI DI SANGIOVANNI IN TERRASANTA

Novecento anni di storia ininterrotta inducono a considerare il Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta come il più prestigioso ordine cavalleresco del mondo. Già antico al tempo di Dante.

Trova, infatti, la sua mitica origine all’ epoca di sublime eroismo e di ardentissima Fede, che vide i Crociati di Goffredo di Buglione conquistare Gerusalemme e liberare il Sacro Sepolcro di Cristo.

Entro le mura sbrecciate dall’ assedio, miracolosamente intatto tra le rovine della città sacra, i Crociati trovarono lo "spedale" dei pellegrini cristiani, eretto dai mercanti Amalfitani negli anni cordiali di Carlo Magno, Imperatore dei Paladini e di Harun, Califfo delle Mille e una Notte, quando, in Terrasanta i cristiani ed i musulmani si tolleravano.

Reggeva la chiesa e l’ ospedale amalfitani, nel 1099, Fra Gerardo De’ Sasso, un monaco santo e coraggioso che, costituitosi il Regno Latino di Gerusalemme, dà vita all’

ORDINE OSPITALIERO DI SAN GIOVANN IN GERUSALEMME

Sulla tunica nera dei Benedettini appare per 1a prima volta, dalla parte del cuore, la croce bianca della Repubblica di Amalfi.

Nel 1120, il successore del Beato Gerardo dà all’ Ordine la mansione di difendere il Regno Latino ed i Pellegrini, cosicchè l’Ordine "Ospitaliero" diventa pure "Militare". Hanno vita così I "Cristiani Cavalieri".

In quei tempi altri cavalieri di fede cristiana si fanno monaci, istituendo l’ ORDINE DEI TEMPLARI e quello del SANTO SEPOLCRO, più tardi dei CAVALIERI TEUTONICI. A differenza dei precedenti, questi sono detti i "Cavalieri Cristiani".

Questa sottile differenza consentirà al primo di sopravvivere fino ai giorni nostri e ad essere l’ Ordine più glorioso della cristianità.

I Frati Cavalieri Gerosolimitani, sotto lo stendardo purpureo, bianco crociato, si batteranno a Damasco; conquisteranno, nel 1153 Ascolana; combatteranno in Egitto; si sacrificeranno alla strenua (difesa di Gerusalemme, che il feroce Saladino riconquisterà nel 1187; lotteranno ancora in Siria, ad Acri, Tiro e Margat; e con Riccardo Cuor di Leonie, a Tripoli, Antiocha, ed in Armenia.

A fianco degli ultimi Crociati, i Cavalieri Giovanniti, i Templari e i Teutonici scrivono pagine di sublime eroismo.

La raggiunta unità nel campo maomettano consente al Sultano d’ Egitto, Baibars, nel 1268, di passare all’ offensiva, mentre la posizione dei Latini, in Terrasanta, era aggravata. Malgrado l’indomita resistenza dei Cavalieri, cadono Giaffa e Antiochia. Il Krac dei Cavalieri (Qal’at al-Hisn), la più importante fortezza cristiana, presidiata dai Cavalieri, cede a Baibars il 23 Marzo 1271. Un altro Sultano d’ Egitto, Malik al-Asbiraf, alla testa di un poderoso esercito, attacca San Giovanni d’Acri , nel 1291, e mette fine all’ avventura in Terrasanta dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme, costretti a fuggire a Cipro. ove tenteranno di riorganizzarsi.

La cavalleria cristiana volge altrove al tramonto: i Templari, ritiratisi in Europa ed entrati in sospetto della Corona di Francia, vengono distrutti . I Teutonici, portatisi sul Baltico ed ormai quasi laicizzati, vengono travolti dalla Riforma.

Scompaiono, quindi, i "Cavalieri Frati" ma non i "Frati Cavalieri" di San Giovanni in Gerusalemme.

I CAVALIERI DI SAN GIOVANNI
A RODI

Riorganizzatisi a Cipro, i Cavalieri Gerosolimitani partono alla conquista di Rodi, che si attua nel 1308. Da questo momento i Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme vengono anche detti di Rodi.

I Cavalieri di Rodi conquistano anche le isole di Calchi, Limonia, Sirni, Piscopi, Nisiro, Cos, Calimno, Lero e Castelrosso. Possedendo ora un territorio, l’ Ordine può dirsi, de facto, una "repubblica aristocratica" ovvero una "monarchia elettiva".

I Cavalieri provengono da tutta l’ Europa cristiana ed in essi si specchia l’ ecumenismo cattolico. Per necessità organizzative e militari si raccolgono in otto "Lingue": Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona, lnghilterra, Alemagna, Castiglia, Portogallo.

Essi sono ancora una volta una realtà spirituale e militare, che non deflette mai dal compito di combattere gli infedeli, curare gli infermi, ospitare i pellegrini. Diventano presto una temibile potenza navale, che infligge duri colpi all’ invadenza islamica.

Dopo secoli di battaglie, più spesso vittoriose, di tentativi di sbarco e di assedi respinti, il 18 Dicembre del 1552, i Cavalieri Gerosolimitani di Rodi, sia pure con l’ onore delle armi, sono costretti ad arrendersi al Sultano Solimano il Magnifico, e salpare per Candia.

Dopo Candia, Messina, Napoli e Civitavecchia, l’ Ordine prende sede a Viterbo, prima e poi a Nizza.

Il Gran Maestro Fra Lisle-Adam è perfettamente conscio dell’ impossibilità di tentare la riconquista di Rodi, ma vuol continuare la lotta agli infedeli, per cui chiede l’ intervento di Papa Clemente VII sull’ Imperatore Carlo V, nella sua qualità di Re di Sicilia. Questi finisce col concedere all’ Ordine dei Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme e di Rodi l’ isola di Malta, con Gozo e Tripoli, nobile feudo del Regno di Sicilia, con un trattato firmato a Castelfranco Bolognese il 24 Luglio 1530.-

I CAVALIERI DI SANGIOVANNI
A   MALTA

Sono trascorsi circa quattro secoli e mezzo dalla fondazione dell’ Ordine di San Giovanni in Gerusalemme, che d’ ora in poi sarà chiamato "Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta". I Cavalieri verranno chiamati "CAVALIERI DI MALTA (La bianca croce amalfitana diverrà la croce di Malta).

Carlo V, concedendo le isole maltesi al Cavalieri di San Giovanni, ne mantenne per sè e per i suoi successori l’ alto dominio. Le isole quindi, pur passando sotto la diretta amministrazione dei cavalieri dell’ Ordine, continueranno a far parte, come "feudo nobile, libero e franco", del Regno di Sicilia, come del resto attestava il falcone che ogni anno, nel giorno della festa di Ognissanti, i Cavalieri inviavano alla Corte Siciliana.

Le prime cure sono di fortificare l’ isola e dar forza all’ armata navale. Le agili galee dell’ Ordine condurranno la guerra da corsa contro i Turchi . Colpo su colpo le galee di Malta ribattevano le imprese nemiche e molti assedi i furono respinti. Era una lotta continua ed estenuante. Molte volte l’ orgoglio turco fu ferito, finchè il vecchio Solimano ordinò, nel 1564, che si distruggesse quel "nido di vipere, quell’ accozzaglia infame di infedeli, che osava, da uno scoglio mediterraneo, offendere e colpire l’ impero smisurato degli Osmanlì".

L’ora dei Cavalieri era scoccata. Tutto l’ Islam, in armi, sviluppò l’ offesa contro Malta.

I Cavalieri, sempre più estenuati e decimati ributtarono attacchi su attacchi e, come nel 1480, da soli ed in maniera più tragica, sconfiggono l’immenso impero degli Osmanlì.

Nel 1571, l’ Ordine di Malta fa parte della potente Lega fra Spagna, Venezia, il Pontefice, il Duca di Savoia, il Granduca di Toscana, Genova, e il Regno di Sicilia, che affrontò vittoriosamente a Lepanto, sotto la guida di Giovanni d’ Austria, l’ armata turca, comandata da Alì Pascià.

Il lungo dominio dell’ Ordine in Malta, durato oltre due secoli e mezzo, fino al 1798, fra mille battaglie e gesta epiche, ha lasciato nell’ arcipelago orme notevoli.

Fu Napoleone che, infrangendo la "neutralità dell’ Ordine", attaccò colla flotta francese l’ isola, predando e massacrando ed inducendo alla resa i Cavalieri, che, ligi alla vecchia regola dell’ Ordine, che vietava loro di impugnare le armi contro altri cristiani, non reagirono e lasciarono che la Storia voltasse pagina.

I CAVALIERI DI SANGIOVANNI 
DA TRIESTE A ROMA

Ha luogo, così, la frantumazione dell’ Ordine ed il suo nuovo peregrinare per altri due secoli, fino ai giorni nostri, non scevro da radicali mutamenti e sconvolgenti avvenimenti.

Nel secoli XVII e XVIII, con il sorgere delle potenze marinare di Venezia e Genova, la storia dell’ Ordine era di graduale decadenza. L’ Ordine stesso, cresciuto in un ambiente spietato contro gli "Infedeli", diventava sempre più anacronistico. I Cavalieri, nelle loro spedizioni marittime, erano divenuti essi stessi poco meno che corsari.

Il Gran Maestro Giovannita, von Hompesch, che, conscio di ciò, si era rifiutato di impugnare le armi contro altri cristiani, si era arreso a Napoleone ed era andato a rifugiarsi a Trieste, dove solennemente denunciò l’ aggressione e la spoliazione subita dall’ Ordine

Ciò creò notevoli dissidi fra le varie lingue dell’ Ordine. Altri Cavalieri avevano trovato rifugio in Russia, affettuosamente accolti dallo Zar Paolo I. Questi profughi del nuovo Priorato di Russia, con i Polacchi cattolici, ricusando la resa del Gran Maestro a Napoleone, elessero Gran Maestro lo stesso Zar Paolo I, senza attendere le dimissioni di von Hompesch.

Lo Zar, riconosciuto come LXXII Gran Maestro dei Sovrano Militare Ordine di Malta, tenne la carica fino alla sua uccisione.

A lui succede Fra Giovarini Tommasi, con nomina del Papa Pio VII, con Breve del 9 Febbraio 1803. Questi ricostituisce il Consiglio e porta il Convento a Messina, col segreto sogno di riconquistare Malta. Il Governo Borbonico, sventate le sue intenzioni, lo obbliga a trasferirsi a Catania. Morto nel 1805 il Tommasi, l’ Ordine viene retto da Luogotenenti fino al 1871e la sede peregrinerà da Ferrara (1826) a Roma (1834).

Nel 1854, Pio IX approva la nuova regola dell’ Ordine. Nel 1879, Leone XIII ripristina la carica di Gran Maestro.

I CAVALIERI DI SAN GIOVANNI  
SPARSI PER Il MONDO

Si può sinceramente affermare che dal tempo
della caduta di Malta l' Ordine è stato spesso travagliato da crisi di identità, e si è grandemente mutato nella sua forma esteriore, dovendosi adeguare alle mutate esigenze dei tempi.

Inoltre, le otto lingue sparse per il mondo ed i molti Priorati esistenti, dopo la caduta di Malta, non più legate da assisi internazionali, si evolvono ed organizzano in maniera diversificata.

L’ Ordine oggi presente a Roma, il Sovrano Militare Ordine di Malta, proviene dal Cavalieri del nuovo Priorato di Russia, ivi riparati dopo la resa di Malta, che, militaristi convinti, ritennero "resa ìngloriosa" il pur motivato rifiuto dei Gran Maestro di impugnare le armi contro altri cristiani; ma non è il solo discendente. C’erano ancora le Lingue d’ Italia, Germania e Spagna e i Grandi Priorati di Roma,

Sicilia, Boemia e Lombardo Veneto e le Associazioni di rappresentanza delle vecchie lingue di Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Olanda, Polonia, Ungheria, Belgio, Stati Uniti, lrlanda, Perù, Argentina, Cuba, Canada, Messico, Trieste e Brasile.

Esistono, pertanto ancora, in Inghilterra, Germania, Svezia, Olanda e Danimarca Ordini Nazionali indipendenti, che portano Il nome di San Giovanni in Gerusalemme, che hanno per insegna la croce bianca ad otto punte e sono discententi dai vecchi Priorati dell’ Ordine.

In tal modo, nella Città Eterna, ed in innumerevoli centri sparsi in tutto il mondo, li più antico Ordine di Cavalleria sopravvive come il solo Ordine di tal genere che ancora persegua il primitivo scopo e gli antichi ideali della sua fondazione, avvenuta nove secoli fa.

Cessato il fragore delle armi, assolto il suo compito militare, l’ Ordine torna alla sua antica vocazione assistenziale, ed affronta nuovamente la lotta contro le malattie, la miseria, l’ ignoranza ed il disordine morale.

DALLA TERRASANTA …. ALLA TERRASANTA

I CAVALIERI DEL KRAC

Nel 1244, i Musulmani del Khavazarim, coadiuvati dai musulmani d’ Egitto, riconquistano Gerusalemme, infliggendo al Crociati una bruciante sconfitta a Gaza. Quasi tutti i Cavalieri Gerosolimitani cadono in battaglia ed il loro Gran Maestro, Fra Guglielmo de Chateauneuf, viene preso prigioniero e condotto in Egitto.

Scende in campo Luigi IX, Re di Francia, che guida i Crociati ed i Cavalieri Giovanniti all’ attacco di Damiata e Mansurrr. Malgrado lo strenuo accanimento ed il fulgido valore, vengono circondati e sconfitti.

I Cavalieri di San Giovanni, accanto agli ultimi Crociati, ai cavalieri Templari e Teutonici, scrivono pagine di sublime eroismo, ma inutilmente: Il destino della Terrasanta è ormai segnato e già comincia la lunga agonìa dei principati cristiani.

Nel 1261, il Sultano d’ Egitto Baibars, scaccia i Tartari dalla Siria e dalla Palestìna, e aggredisce i Principati cristiani e le Fortezze dei Giovanniti, dei Templari e dei Teutonici.

I gravi, insanabili dissidi esistenti in quel momento fra gli stessi ordini cavallereschi, agevolano il compito di Baibars, che riesce a far capitolare, nel 1268, Giaffa e Antiochia e conquistare, infine, il 23 Marzo 1271 Il KRAC DEI CAVALIERI (Qal’at al-Hisn), la più lmportante fortezza cristiana presidiata dai Cavalieri di San Giovanni.

Il mondo cristiano, commosso dall’ indomita resistenza dei Cavalieri, s’ indigna ma non si appresta a combattere - lo spirito crociato si è ormai spento, presagendo il disastro finale, che, entro breve tempo, metterà anche fine all’ avventura dei Cavalieri Gerosolimitani in Terrasanta.

Da qui inizia il lungo pellegrinare dell’ Ordine per altri 5 secoli fino alla sua frantumazione, operata da Napoleone, nel 1793, con la cacciata da Malta. Qualche storico ha parlato di "fine ingloriosa"; ma la storia dell’ Ordine non finisce a Malta; in essa si chiude soltanto un capitolo.

Frantumato nelle otto Lingue e nei molti Priorati , con la promessa di ricongiungersi un giorno, vive fino al giorni nostri, pur se in una società radicalmente mutata e notevole, e, quindi, sentendo la necessità di rinnovarsi per giustificare la propria esistenza.

Si è creduto, erroneamente, di intravedere in questa antica strutturazione a base nazionale uno dei punti deboli dell ‘ Ordine: certo qualche motivo di incomprensione e di lotta interna le "Lingue" hanno generato e generano; ma è da scorgersi in esse, piuttosto, alla luce delle risultanze storiche, una delle più singolari e luminose intuizioni dell’ Ordine: addirittura si può intravedere nelle "Lingue della Religione" di Malta quell’ Europa delle Patrie, che, nell’ unico vessillo della fede comune, riesce a rappresentare concretamente, in pace ed in guerra, l’ intera civiltà cristiana: blocco omogeneo di forze diverse, tese ad un unico scopo.

Nella sempre maggiormente sentita esigenza di difendere i diritti umani, molti rami ritengono opportuno sancire che la "deposizione delle armi" sia definitiva, anche cancellando la parola "militare" dal proprio nome, e di conquistare la "sovranità" con azioni pacifiche.

SOVIGN ORDER SAINT JOHN OF JERUSALEM - KNIGHTS OF MALTA - INDIPENDENT AND ECUMENICAL - OSJ - PRIORY USA , stipulando pacifici accordi internazionali, con spirito ecumenico, è riuscito ì rientrare nel più superbo baluardo della cristianità in Terrasanta, il famoso "KRAC DEI CAVALIERI", per effettuarvi le proprie investiture e le riunioni del proprio Gran Consiglio, riconfermando così la propria "sovranità" disarmata.

Il Gran Consiglio, tenuto un Capitolo a Damasco, nel 1988, stabilì di rinominarsi SOVRANO ORDINE GEROSOLIMITANO DEL KRAC - OSJ USA - KNIGHTS OF MALTA; di nominare, quale Gran Maestro Ecumenico, lo storico Faiz Ismail, di religione Islamica.

Deliberò, inoltre, che, adeguandosi alle moderne esigenze, l’ Ordine ripudia la guerra e depone le armi; difende i diritti degli uomini e promuove la fratellanza universale; combatte le ideologie della criminalità organizzata; promuove la cultura e l’ educazione in campo internazionale, creando Università e Campus.

Ciò pur sempre nel rispetto del ramo noto nel mondo come S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta), che oggi ha sede a Roma.

Deliberò, infine, di promuovere il ricongiungimento dei vari rami dell’ Ordine sotto un’ unica Confederazione e di stabilire un gemellaggio con i Cavalieri Teutoriici e con i Cavalieri Templari.

I CAVALIERI GEROSOLIMITANI

All’ epoca delle Crociate, a Gerusalemme esistevano i seguenti CAVALIERI CROCIATI:

I CRISTIANI CAVALIERI –

Monaci Benedettini (Cristiani) che avevano impugnato le armi
(divenendo Cavalieri). Essi erano:
I Cavalieri Ospedalieri (detti anche Giovanniti)

I CAVALIERI CRISTIANI –
Militari (Cavalieri) che si fanno monaci (divenendo Cristiani)
Essi erano:

I Cavalieri Templari
-presso il Tempio di Salomone
I Cavalieri Teutonici
-Militari Tedeschi
I Cavalieri del Santo Sepolcro
-

Tutti insieme venivano chiamati

CAVALIERI GEROSOLIMITANI (cioè di Gerusalemme)
Quando, inseguiti dall' ISLAM, i Cavalieri di San Giovanni in Gerusalemme si rifugiano al Krac ed ospitano via via i Cavalieri degli altri Ordini, la fortezza da loro presidiata viene chiamata "Krac dei Cavalieri"; sia i Cavalieri che vi si erano asserragliati,
sia quelli al di fuori delle mura venivano, nella loro globalità, chiamati...

"I CAVALIERI DEL KRAC" .

Dunque, nel tempo, questo gruppo di Cavalieri Crociati, assume, nella globalità, la denominazione di CAVALERI GEROSOLIMITANI, prima; e di CAVALIERI DEL KRAC dopo.

La fuga si protrae per secoli. I Cavalieri Templari, i Cavalieri Teutonici ed i Cavalieri del Santo Sepolcro, pur se frantumati, divisi, ricongiunti, uccisi, sciolti, cessati e risorti, arrivano ai giorni nostri con gli stessi nomi di origine.

I Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni, invece, nel loro lungo pellegrinare, cambiano spesso nome: a Cipro diventano "i Cavalieri di Cipro", a Rodi diventano "i Cavalieri di Rodi", a Malta diventano i "Cavalieri di Malta"

Cacciati da Malta, da Napoleone, si dividono e vanno per il mondo in tutte le direzioni. Ciascun gruppo però conserva l’ ultima denominazione di "Cavalieri di Malta", creando non poca confusione.

Uno di questi gruppi, per evitare equivoci e confusioni con altre filiazioni dell' Ordine di Malta, nel corso di un Capitolo tenuto a Damasco nel 1988, decise di cambiare nome e adottò la nuova denominazione di Sovrano Ordine Gerosolimitano di Malta - Osj Usa "Cavalieri del Krac ", nominando, come suo primo nuovo Gran Maestro lo storico siriano Faiz Ismail, di religione musulmana, a testimoniare la pace con l’ Islam e il massimo ecumenismo.

Ritornano così i Calieri del Krac, partiti dalla Terrasanta e rientrati in Terrasanta.

Ad opera di questo Ordine, il 30 settembre 1992, in attesa di giungere ad una chiarificazione di tutti gli Ordini cavallereschi che operano nel mondo, in ottemperanza alla bolla 1/02/88/01 sottoscritta a Malta nel 1988 tra i cavalieri Crociati, ratificata dal Capitolo di Damasco del 20 settembre 1988, viene costituita una associazione denominata Federazione Internazionale dei Cavalieri Crociati che va continuamente raccogliendo le adesioni di molti Ordini, insieme ai quali opera per la diffusione delle idee di ecumenismo, di pace, di solidarietà e di fratellanza tra i popoli, di difesa dei diritti dell'uomo e di protezione della personalità umana.

Sotto l’ unificata insegna di Cavalieri Crociati, i sudditi di questo nuovo esercito, proseguano affiancati nella strada erta e sempre in salita della fratellanza, sorretti dagli ideali della Cavalleria, contro ogni forma di ingiustizia ed intolleranza, in difesa dei deboli e degli oppressi, e per l' assistenza agli anziani e all' infanzia, nonchè in lotta contro le ideologie della criminalità organizzata.

Qualunque siano le insegne, gli ornamenti e gli orpelli che ciascuno reca; quale che sia la sua fede religiosa o il colore della sua pelle, sul volto di ciascuno di essi si riconosce un fratello

( * ) The Sovereign Order Of S. John Of Jerusalem Knights Of Malta 
Questa branca del Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di san Giovanni di Gerusalemme, che fu detto in passato di san Giovanni d'Acri, di Cipro, di Rodi e di Malta, è stato incorporato nella Federazione Autonoma dei Priorati Autonomi, e posto sotto la protezione di S.E. l'Arcivescovo Patriarca Lorenzo Michel Pierre de Valitch.
Riconoscimenti di questo Ordine furono effettuati con Atti di incorporazione di alcuni Stati U.S.A. come il Michigan in data 12 giugno 1978 e a Washington in data 1 gennaio 1979, che si aggiunsero così a quello
ottenuto per primo dalla Pennsylvania il 26 novembre 1956.
Il riconoscimento di personalità giuridica in Italia proviene all'Ordine a norma dell'art. 11 n. 2 del Trattato di Amicizia tra Italia e stati Uniti d'America, stipulato il 2 febbraio 1948 e ratificato in Italia con la Legge n. 385 del 18 giugno 1949.
Il Sovereign Order di of Saint John of Jerusalemme - Knights of Malta, nel quale sono confluiti e sono stati incorporati vari Priorati indipendenti dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, è stato posto sotto la protezione di S.E. l'Arcivescovo Patriarca Lorenzo Michel Pierre de Valitch, che ha assunto la carica di Governatore della Federazione dei Priorati Autonomi del Sovereign Order of S. John of Jerusalem - Knights of Malta e che, in questa veste e con la sua autorità con atto datato New York 22 dicembre 1988, ha conferito al Conte Lucio Musizza di Fontegreca il grado e la dignità di Gran Priore Internazionale della predetta Federazione.



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