Stachanov
Gli stachanovisti "eroi del popolo" in primo piano

RISULTATI  
( E  STAKHANOVISMO )

(Vedi a parte il discorso di Stalin del 17 nov. 1935
"LE RADICI E L'IMPORTANZA DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA"
(originale, dalla prima conferenza degli stakhanovisti - edizione russa 1935)

Nel mondo del lavoro  nel 1931, venne lanciata la guerra all"egualitarismo". Questo comporto' l'introduzione di enormi differenziazioni salariali all'interno delle fabbriche al fine di incentivare la produzione. I lavoratori, sempre pungolati, nell'orgoglio patriottico venivano incitati (ma spesso obbligati) a sottoporsi a ritmi di lavoro sempre maggiori, al fine dell'edificazione del "socialismo". I lavoratori piu' alacri e fedeli avrebbero avuto migliori abitazioni, pasti speciali e soprattutto sarebbero stati additati ad "eroi" nazionali per l'abnegazione dimostrata.

Ed ecco casi come quello, divenuto proverbiale, di STACHANOV, che in un solo giorno arrivo' a produrre 102 tonnellate di carbone, superando di ben 14 volte la norma imposta dal regime. Lo Stachanovismo divenne cosi' l'ideologia della produzione, l'esempio da seguire, ma per molte migliaia di operai fu pure il simbolo dello sfruttamento assoluto.

(Vedi a parte il discorso di Stalin del 17 nov. 1935
"LE RADICI E L'IMPORTANZA DEL MOVIMENTO STAKHANOVISTA"
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All'inizio del 1933 si pote' fare un bilancio del primo piano quinquennale. Stalin lo definì un successo senza precedenti e lo dichiaro' concluso a 4 anni e 4 mesi dal suo varo.

 

Questi furono   i risultati del primo piano quinquennale:

  1927 - situazione previsti dal piano 1932 - ottenuti
Reddito nazionale (cent. di milioni in rubli) 22,4 49,7 45,5
Produz. Industriale ( id.) 18,3 43,2 43,3
Beni produttivi ( in miliardi di rubli) 6,0 18,1 23,1
Beni di consumo (id.) 12,3 25,1 20,2
Produzione agricola (id.) 13,1 25,8 16,6
Elettricità (x 100 mil di Kwh 5,5 22,0 13,4
Carbone antracite 35,4 7,5 64,3
Petrolio (milioni di t) 11,7 22,0 21,4
Minerale ferro (id) 5,7 19 12,1
Ghisa (id) 3,3 10 6,2
Acciaio (id) 4,0 10,4 5,9
Alluminio (id) 10,0 20.0 12,3
Macchinari (in milioni di rubli) 1822 4688 7362
Superfosfati (milioni di t.) 0,15 3,4 0,61
Tessuti lana (id.) 97 270 93,3
Forza lavoro occupata (milioni) 11,3 15,8 22,8
Dati da Storia economica dell'Unione sovietica, di A. Nove, Utet, Torino, 1970. p. 222

Impressionante fu poi il salto della produzione dell'acciaio  con il secondo e terzo piano quinquennale. Passò dai 5,9 milioni di t. del  1932,  ai 45 milioni del 1939, ai 105 del 1970, ai 150 del 1979. Rispettivamente del 5, 17, 24, e del 25 % della produzione mondiale.
L'alluminio dalle 10.000 t. del 1923, a 50.000 del 1938, a 410.000 nel 1955, ai 2.200.000 del 1978.
Le rete ferroviaria alla fine della Grande Guerra  era di 40.000 chilometri, nel 1950, 116.000.

Istruzione. Nel 1917 il numero di studenti nelle scuole secondarie russe era di 4 studenti ogni  10.000 abitanti (47 in Italia, 121 in USA, 156 in Germania, 12 in Giappone).
Ma  nel 1940 l'URSS ne contava 730 (109 in Italia, 272 in USA, 388 in Germania, 54 il Giappone) 
  (la grande differenza é dovuta al fatto che le scuole furono fatte frequentare a moltissimi  già adulti)
Il numero passò così  da 560.000 studenti  nel 1917, a 14.085.000 di studenti nel 1940.

Nelle scuole elementari (con gli zar, 4 anni di frequenza) il salto fu ancora più notevole. Nel 1917 la Russia   contava  7.000.000 di alunni; nel 1940, 21.472.000; nel 1970, 40.310.000.
Analfabetismo: Russia nel 1917, era del 72%; nel 1950 scese al 2%.
(alle due stesse date, Italia 43% (14), Germania 1% (0,2); USA 8% (3,0)


IL SECONDO PIANO QUINQUENNALE

Se il costo in vite umane che l'Unione Sovietica subi' nell'era del primo piano quinquennale basterebbe a definirlo una tragedia , non si puo' non notare che effettivamente l'antica Russia rurale si stava avviando verso una crescita industriale senza precedenti. Industrie come quella chimica o elettrica nacquero di fatto dal nulla ed in poco tempo in tutta la Russia si contarono piu' di 2000 nuove fabbriche. In soli 4 anni poi erano nati giganteschi e modernissimi complessi industriali in regioni arretrate quali per esempio la zona degli Urali o la Siberia,   e nelle zone asiatiche crebbe enormemente l'industria tessile.

L'industria pesante poi, conobbe uno sviluppo tale da superare pure la quota di produzione assegnatale al momento del lancio del piano.

L'impiego su scala massiccia del lavoro forzato consenti' poi l'ammodernamento e la costruzione di ferrovie e canali che andarono a migliorare sensibilmente i sistemi di trasporto.

Se le cifre della crescita economiche fornite dal partito al potere erano sicuramente esagerate e' stato fu pero' stimato da economisti occidentali che il tasso di crescita della Russia di quel periodo andava sicuramente collocato fra il 13 ed il 15%, numeri mai visti in tutta la storia russa.

Cosi' mentre in Occidente si dovevano fare i conti con la drammatica crisi economica frutto del celebre crollo della borsa di New York nell' ottobre 1929, la Russia parve esserne immune. Il partito seppe nascondere abilmente le condizioni durissime che il popolo subi' negli anni della collettivizzazione, il dramma delle campagne o gli spasmodici ritmi di lavoro.

Le masse vivevano in realta' appena sopra alla soglia di sussistenza e lo stato inoltre esportava, al fine di trovare capitali necessari ad incrementare la crescita dell'industria, beni che sarebbero stati fondamentali alla popolazione quali riso, zucchero o grano.

Inoltre ben poco si seppe in Occidente della carestia del 1932, che venne accuratamente celata. Ad alimentare il nascente mito dell'Unione Sovietica come il mondo nuovo, l'unico paese che aveva saputo evitare la crisi del 1929 furono poi anche casi come quello dell'importante politico radicale francese e gia' primo ministro Herriot. Al ritorno da un suo viaggio in Urss si dichiaro' favorevolmente stupito ed ammirato dal sistema staliniano, tanto che defini' l'Urss e specialmente l'Ucraina "un giardino in pieno rigoglio". Ma famosa fu anche la frase di uno dei piu' noti giornalisti americani, Lincoln Steffen, che parlando dell'Urss disse "lì ho visto il futuro..e come funziona!" E davvero tanti furono i casi analoghi a questi. I dirigenti sovietici facevano vedere solo cio' che volevano si vedesse; deportazioni, gulag o anche solo le file davanti ai forni per avere il pane, erano accuratamente celate.

E tuttavia in quegli anni l'antica profezia di KARL  MARX  sulla inevitabile fine del capitalismo parve stare per realizzarsi. Gli USA, la Germania della fragile repubblica di Weimar, l'Inghilterra e con un po' di ritardo la Francia vissero una crisi economica senza precedenti e senza che si intravedessero soluzioni, con disoccupazione ed inflazione a livelli spaventosi. Il mondo del liberalismo pareva andare verso un misero crepuscolo (ed in Germania nel Gennaio 1933 Hitler ando' al potere).

L'Urss apparve davvero come l'alternativa , il mondo nuovo, dato che anziche' arretrare stava vivendo uno sviluppo impressionante.

Ma non va dimenticato inoltre il contributo spesso fondamentale che proprio l'Occidente dette all'Urss durante il periodo del primo piano quinquennale. L'uso di manodopera e finanziamenti interni probabilmente non sarebbe bastato all'Urss per portare a termine il piano.

Cosi' famoso fu l'accordo che FORD stipulo' con l'Urss col qule si impegno' a costruire una grande fabbrica di automobili a Novgorod. Ma gia' nel 1928 dirigenti sovietici avevano concluso una convenzione con ingegneri di Detroit , perche' i preparati tecnici americani elaborassero progetti di sviluppo industriale per l'Urss che vennero valutati oltre 2 milioni di dollari. Numerosissime furono le fabbriche russe progettate da tecnici statunitensi, basti pensare ad una delle piu' famose, quella di trattori a Stalingrado. Ma molteplici furono pure i macchinari occidentali acquistati dall'Urss per ammodernare le fabbriche.

La propaganda sovietica poteva ben scagliarsi contro il "corrotto mondo occidentale" ( e così l'inverso) mentre in realtà la collaborazione fu molto interessante per l'occidente e fu fondamentale per la Russia durante il primo piano quinquennale. E d'altronde fu lo stesso dirigente sovietico addetto all'industria pesante, Ordzonikdze a dirlo, non nascondendo una vena sarcastica verso l'occidente :"le nostre fabbriche e miniere", disse, "dispongono di attrezzature perfette e modernissime, superiori a qualunque paese. Come le abbiamo ottenute? Ma e' semplice: comprandole. Da americani, inglesi, francesi, e' grazie a loro che oggi possiamo dire di avere un apparato industriale che non teme confronti". (In parte aveva ragione, perchè costruendole tutte ex novo, erano tecnologicamente avanzate rispetto a molte vecchie (o rimodernate) industrie occidentali.

Un discorso a parte, riguardo a quegli anni, merita l'Italia.

Uno storico, ANDREA GRAZIOSI, ha scoperto non molto tempo fa negli archivi del ministero degli esteri italiano i rapporti che negli anni dello stalinismo l'ambasciatore italiano a Mosca e vari diplomatici italiani inviavano a Mussolini. Essi descrivevano con chiarezza i drammi della collettivizzazione degli anni 30. Si parlava apertamente delle violenze nelle campagne, delle deportazioni, della carestia terribile in cui la Russia era piombata.

Dunque MUSSOLINI  era ben informato sulla situazione dell'Urss, eppure mai una volta usò questi documenti per screditare Stalin o generare un clima anticomunista. Ciò puo' sorprendere, tuttavia bisogna notare come i rapporti fra l'Italia fascista e la Russia comunista furono tutt'altro che cattivi per lungo tempo. Un diplomatico russo non gradito a Mosca, BARNIN, racconto' nel dopoguerra di un episodio che puo' essere sintomatico. Nel 1924 l'allora ambasciatore russo in Italia , JURENEV, invito' il Duce ad un pranzo in ambasciata. Il giorno precedente il suddetto pranzo avvenne l'omicidio Matteotti, eppure Jurenev accolse Mussolini benevolmente e, racconta Barnin, i due ebbero un colloquio molto cordiale. Inoltre, come riferisce GELLER, durante il primo piano quinquennale i rapporti commerciali fra Italia e Urss furono proficui per entrambi, anzi l'Italia ottenne numerose commesse per creare attrezzature industriali per l'Urss. Fino al punto che nel 1933 fra i due paesi fu firmato un trattato commerciale e poco dopo un patto di non-aggressione.

Intanto nel 1933 in Urss si pote' lanciare il secondo piano quinquennale secondo ritmi di sviluppo piu' equilibrati. L'industria fini' col crescere del 114% rispetto al livello pur ragguardevole raggiunto alla fine del primo piano. L'Urss poi era ormai diventata il terzo produttore mondiale di energia elettrica ed in numerosi settori reggeva ormai il passo con gli Stati Uniti, usciti dalla crisi del 1929 grazie al New Deal di Roosvelt. Ma fu ancora una volta l'industria pesante a conoscere l'incremento piu' gigantesco; la Russia uscita umiliata dalla prima guerra mondiale si stava accingendo a diventare una superpotenza militare.

E non vanno dimentica opere quali la metropolitana di Mosca, vero e proprio vanto del regime, che finì col suscitare ammirazione convinta in Occidente e capace di superare in fama la pure rinomata ed ammirata metropolitana di Londra.

Cosi' alla fine del secondo piano quinquennale, la Russia poteva indiscutibilmente dirsi superpotenza economica, e solo gli Stati Uniti la sopravanzavano in tutto.

I piani quinquennali di Stalin erano stati visti al loro lancio come utopici ed inattuabili; essi comportarono una terribile militarizzazione della societa', purghe nei confronti dei comunisti scettici, uno sfruttamento abnorme del lavoro di centinaia di migliaia di deportati e lo sterminio di interi villaggi contadini, e cio' non deve mai essere dimenticato.

Tuttavia si deve ammettere che ci fu anche chi vide migliorarsi la vita e che Stalin, oltre ad aver raggiunto l'obbiettivo di industrializzare l'Urss, si costrui' pure un consenso fra il popolo. (vedremo piu' avanti come nacque il culto di Stalin).

In vasti settori dell'opinione pubblica occidentale poi, ignari, a volte volutamente, delle sofferenze che il popolo russo aveva subito e continuava a subire, crebbe l'ammirazione per l'Urss. Sembrava incredibile e stupefacente che un paese a nettissima prevalenza agricola e con un industria scarsissima, in soli 10 anni fosse divenuto la seconda potenza mondiale.

Il terzo piano quinquennale, si disse, avrebbe dovuto definitivamente edificare il "socialismo", ma venne interrotto dalla guerra.

L'Urss stava per entrare nella seconda guerra mondiale, e stavolta ne sarebbe uscita , anche se ad un prezzo durissimo, vincitrice.

 

NEL PROSSIMO CAPITOLO  ESAMINEREMO LA NASCITA DEL CULTO DI STALIN   DELL'IMPORTANTE RUOLO DELLA CULTURA NELL'EDIFICAZIONE DEL SISTEMA STALINIANO (REALISMO SOCIALISTA ECC.) E ALTRI AVVENIMENTI DEGLI ANNI TRENTA A PARTIRE SOPRATTUTTO DALL'OMICIDIO DI KIROV DEL 1934 E LE CONSEGUENZE CHE EBBE NEL PARTITO E NELLA SOCIETA'

IL CULTO DI STALIN > > > 

 

(by GIACOMO PACINI)

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