Dodicimila anni orsono, a causa del fenomeno geologico che la Bibbia descrisse come una punizione divina

IL DILUVIO UNIVERSALE

La prima domanda che ci si pone è: il diluvio é veramente esistito? E se é esistito, é stato veramente universale oppure si é trattato semplicemente di una grossa alluvione locale?

MESOPOTAMIA - 3.574 a.C. 5.574 anni fa circa

 COME ACCERTERA' POI Woolley A UR, QUELLO DELLA LEGGENDA E' UNO DEI TANTI (ALMENO 7 DI QUELLI FINORA ACCERTATI) CATASTROFICI DILUVI-ALLUVIONI - LA PIANA MESOPOTAMICA E' CINQUE VOLTE PIU' GRANDE DELLA PIANURA PADANA (ANCH'ESSA SPESSO SOGGETTA A CATASTROFICHE ALLUVIONI) E VI SCORRONO DUE GRANDI FIUMI, IL TIGRI E L'EUFRATE, QUASI PARALLELI IN MOLTI PUNTI PENSILI SULLE CAMPAGNE CIRCOSTANTI. I DUE FIUMI POI SI UNISCONO FORMANDO UNA LUNGHEZZA DI 2750 CHILOMETRI (5 VOLTE IL PO).
TUTTA L'AEREA ERA ED E' ANCORA -ANCHE SE UN PO' MENO DOPO GRANDI E ANTICHI LAVORI DI CANALIZZAZIONE - QUINDI SOGGETTA A INONDAZIONI. QUASI L'INTERO TERRITORIO E' FORMATO APPUNTO DA CONSISTENTI COPERTURE SEDIMENTARIE, PIU' IMPONENTI NEL BASSO CORSO. E COME SPESSORE, ALCUNE MISURABILI NELLE VARIE EPOCHE SONO MOLTO PIU' SPESSE DI ALTRE, DI VARI METRI DA 3 A 8)

DI GRANDI DILUVI-INONDAZIONI  INTORNO AL PERIODO BIBLICO (DAL 10.000 AL 5.000 A.C.)  SE NE VERIFICARONO ALMENO TRE.  WOOLLEY SCOPRI' SCAVANDO, CHE ANTICHI INSEDIAMENTI UMANI (DI CIRCA 6.000-5.000 A.C.) NELLA PIANA MESOPOTAMICA FURONO  RICOPERTI DA TRE METRI DI LIMO ALLUVIONALE; QUESTO SAREBBE UNA CONFERMA AI VARI CONTENUTI LEGGENDARI.
SOLTANTO CHE WOOLEY SCOPRI' PURE CHE SOTTO QUESTO STRATO, VE NE SONO DEGLI ALTRI, DI CUI UNO CON 8 METRI DI LIMO MA MOLTO PIU' ANTICO, OLTRE I 10.000 A.C. UNA CONFERMA CHE EVENTI DEL GENERE IN QUEL PERIODO ANCORA PREISTORICO NON ERANO POI TANTO RARI.
CHE POI SIANO STATI MONDIALI, VIENE MESSO IN DUBBIO. IN EGITTO DI ALLUVIONI CATASTROFICHE, SALVO QUELLE PERIODICHE DEL DELTA DEL NILO, CHE HA UN TERRITORIO PIATTO E CON UNA PRONFONDITA' DI CIRCA 600 CHILOMETRI, E CHE FINO AL 4000-3000 A.C. NON FU MAI ABITATO, NON SOLO NON CI FURONO ALLUVIONI CONSISTENTI, MA ADDIRITTURA ERA IN ATTO UN PERIODO DI DESERTIFICAZIONE).


Il concetto degli uomini malvagi puniti con il diluvio ricorre in innumerevoli tradizioni. Noe' lo incontriamo in tutto il globo, talvolta addirittura con il suo nome, dall'hawaiano Nu-u, al cinese Nuwah, al Noa amazzonico. In Paraguay e in Brasile é anche Tamanduare, in Messico Tapi o Nalà e diviene Pokawo per i Delaware statunitensi, Manibusho per i pellerossa canadesi, Zeukha presso i Patagoni, Yima in Persia, Dwifa nelle leggende celtiche. La storia del diluvio é piu' o meno la stessa (come in tutte le alluvioni) che si racconta sulla bibbia (vedi, ad esempio Gilgamesh).
(DIRE CHE ERA SEMPRE LA STESSA ALLUVIONE, CI SONO PERO' TANTI DUBBI).

 
La narrazione biblica del diluvio la troviamo in Genesi, il primo dei 66 libri che compongono la Bibbia. Genesi é un libro di 50 brevi capitoli scritto da Mosè (forse nel deserto del Sinai) che parla della creazione e la relazione esistente tra l'uomo e Dio.
Non sappiamo dove Mosè prese le informazioni scritte in Genesi ("origine", "nascita"), può anche darsi che possedesse antichi documenti scritti conservati dai suoi antenati. Secondo quanto scritto nella Bibbia in Genesi, databili circa 4350 anni fa. (cioè nel 2350 a.C.)

E proprio nel
2350 a.C. in Mesopotamia Re Sargon nel costruire il suo palazzo reale a Ninive costituì una immensa  biblioteca di tavolette di argilla. Che andò quasi tutta distrutta e quel poco che rimase fu sepolta dalla sabbia di quindici secoli.
Ma poi nel 669 a.C.- Re Assurbanipal ricostruisce la distrutta biblioteca iniziata da Sargon e raccogliendo tutte le tavolette cuneiformi reperite nei territori, diede vita alla prima grande vera biblioteca della storia. Purtroppo nel
612 a.C. il re di Babilonia  Napolassar e il re dei Medi Ciassare, mettono fine all'impero Assiro; espugnano Ninive e distruggono ogni cosa. Il palazzo reale con la sua biblioteca seppellita per la seconda volta dalla sabbia rivedrà la luce nel XX secolo, facendo riemergere quasi intatta la imponente biblioteca. Tra le 10.000 tavolette (oggi tutte visibili al Louvre) gli archeologi hanno recuperato il Poema di Gilgamesh ( 13 tavolette con la narrazione dei suoi destini è la controparte del racconto biblico del diluvio in lingua babilonese e assira; ma ebbe larga diffusione anche in lingua ittita e urrita (1680-1300 a.C). Mito e leggenda di Gilgamesh  indubbiamente influenzarono (nel 1290 a.C.) l'estensore del primo biblico libro del Pentateuco: la genesi. Con alcuni errori cronologici sia dei fatti che dei personaggi, di cui abbiamo invece oggi un'altra versione cronologica più precisa tramite varie reperti e le ultime decifrazione delle antiche tavolette del 2350 a.C. che molto probabilmente gli ebrei non videro mai essendo rimaste sepolte per quindici secoli. Probabilmente ebbero conoscenza del diluvio per sentito dire nelle varie versioni orali, non sempre però uguali.

Questa è comunque la leggenda biblica del Diluvio.

"Nel seicentesimo anno della vita di Noé, nel secondo mese, il dicassettesimo giorno del mese, in quel giorno tutte le sorgenti delle vaste acque dell'abisso si ruppero e le cateratte dei cieli si aprirono.
E sulla terra piovve a dirotto per per quaranta giorni e quaranta notti.
(Genesi 7:11 - 7:12)
E le acque prevalsero tanto grandemente sulla terra che tutti gli alti monti che erano sotto i cieli furono coperti. Le acque prevalsero su di essi di quindici cubiti e i monti furono coperti. (Genesi 7:19 - 7:20)
Così gli uomini empi e violenti, e tutti quelli che non prestarono attenzione all'avvertimento di Dio furono distrutti.
Al diluvio sopravvissero soltanto il giusto Noè e la sua famiglia, otto persone in tutto, insieme ad un numero limitato di esemplari di ciascuna specie animale in un'enorme arca costruita per volere di Dio.

"E le acque continuarono a prevalere sulla terra per centocinquanta giorni.
Dopo di cio' Dio si ricordo' di Noè e di ogni bestia selvaggia e di ogni
animale domestico che era con lui nell'arca, e Dio fece passare un vento
sulla terra, e le acque si abbassavano. E le sorgenti delle acque
dell'abisso e le cateratte furono chiuse, e cosi' fu trattenuta la pioggia
dirotta dai cieli. E le acque cominciarono a ritirarsi dalla terra,
ritirandosi progressivamente; e alla fine di centocinquanta giorni le
acque mancavano. E il settimo mese, il diciassettesimo giorno del mese,
l'arca si poso' sui monti di Ararat. E le acque diminuivano
progressivamente fino al decimo mese. Il decimo mese, il primo del
mese, apparvero le cime dei monti.
(Genesi 7:24 - 8:5)
Le acque caddero per 40 giorni e 40 notti, dopo di che cominciarono a diminuire. Dopo altri 110 giorni (totali 150 giorni dall'inizio del diluvio), l'arca si poso' sui monti di Ararat, e dopo altri 73 giorni Noe' vide le cime dei monti.
A questo punto Noè manda fuori prima un corvo, e poi successivamente una colomba.
"Ora, nell'anno seicentesimoprimo, il primo mese, il giorno primo del
mese, avvenne che le acque si erano prosciugate sulla terra; e Noè
toglieva la copertura e guardava, ed ecco, la superficie del suolo si era
asciugata. E nel secondo mese, il ventisettesimo giorno del mese, la
terra era asciutta".
(Genesi 8:13 - 8:14)


Dopo il diluvio, si narra che la nuova popolazione della terra e di conseguenza tutte le razze oggi esistenti, discesero da Noe' tramite i suoi tre figli Iafet, Cam, Sem e le rispettive mogli, unici superstiti del diluvio universale.

Il diluvio quindi non é stato forse un semplice avvenimento locale, ma é stata una catastrofe che ha investito molti territori, decimando la popolazione e la fauna animale e vegetale.
La causa di tutto questo é davvero da attribuire soltanto a forti pioggie insistenti? Perche' in questo caso dovremmo spiegarci dove sarebbe defluita tutta quell'acqua che, secondo il racconto biblico, avrebbe superato in altezza di 15 cubiti i monti che ricopriva. Un'altra difficolta' sarebbe sorta per le specie animali acquatiche: se il mondo fosse stato sommerso completamente dall'acqua, tutta la massa acquea sarebbe diventata dolce, o salata, o nel peggiore dei casi salmastra.
Forse si é trattato di un cataclisma di piu' ampie proporzioni che, oltre a forti piogge, comprendeva altri eventi naturali come terremoti, maremoti, sollevamenti e abbassamenti della crosta terrestre che, tutti insieme, hanno provocato enormi inondazioni sul nostro pianeta. Qualcuno ritiene che la causa possa essere attribuita alla caduta di un enorme asteroide, forse dalla stella di Baal del manoscritto di Lhassa di Schliemann, nella parte dell'attuale Oceano Pacifico. Secondo alcuni, infatti, le fosse marine (alcune delle quali profonde oltre 6300 metri) potrebbero essere la conseguenza di alcuni asteroidi che avrebbero bombardato la Terra. In questo caso la terribile violenza dell'impatto dovette fare oscillare l'asse della Terra, provocando cambiamenti di clima e il dilagamento delle acque oceaniche sui continenti esistenti. Secondo gli scienziati, é tra 10000 e 13000 anni fa che si é verificato l'ultimo spostamento accertato dell'asse terrestre. 
(LO STUDIO SCIENTIFICO E' RIPORTATO IN "Deriva dei continenti" VEDI)
Vi sono innumerevoli leggende che ce ne parlano. Nell'antico Messico per esempio, si celebrava regolarmente un evento del passato in seguito al quale "le costellazioni presero un nuovo aspetto". Molte leggende di vari popoli narrano dell'esistenza in passato di tre lune e della caduta o
comunque della frantumazione di due di esse sul nostro pianeta (probabilmente due asteroidi ?) . Nel mito nordico (Edda) si racconta che quando il lupo Fenrir spezzò le catene che lo legavano egli "si scrollo' ed il mondo tremo': il frassino Yggdrasil (l'asse del mondo) fu scosso dalle radici sino ai rami piu' alti. Le montagne si spaccavano, la terra perdeva la sua forma e le stelle cadevano dal cielo".

Secondo una leggenda cinese 
"la terra fu scossa dalle fondamenta. Il cielo si abbassò a settentrione. Il sole, la luna e le stelle cambiarono i loro corsi. La terra si frantumò e le acque sgorgarono dal suo seno verso l'alto con violenza, inondandola. L'uomo si era ribellato a Dio e il sistema dell'universo era sconvolto. I pianeti mutarono le loro orbite e la grande armonia dell'universo e della natura fu turbata..."
.

UN PO' DI ESAGERAZIONE C'E'. QUESTI EVENTI IN MINOR MISURA CERTAMENTE ACCADDERO, MA NON COSI' CATASTROFICI, QUESTI INVECE SI VERIFICARONO MILIARDI E MILIONI DI ANNI FA QUANDO NON SI ERANO NEMMENO FORMATE LE PRIME MOLECOLE ORGANICHE. 

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IL DILUVIO UNIVERSALE
SI SCATENO’
E UN DOLCE LAGO DIVENTO’ IL MAR NERO

Il mito dell’Arca sarebbe nato dai racconti tramandati dalle popolazioni del bacino

di LIONELLO BIANCHI

In origine, ovvero in età preistorica, era un grande lago di acqua dolce quello che ora si chiama Mar Nero. Nel periodo delle grandi glaciazioni il lago Nero dai riflessi di quelle acque, spesso limacciose, era circondato da pianure (in gran parte fertili) e altipiani. Di questo lago si ha notizia in testi antichissimi dei Sumeri, una popolazione remota, di cui non si conoscono neppure oggi le origini. Attraverso i frammenti di documenti (rari) conservati fino ai nostri giorni, si è scoperto che questo lago Nero era alimentato da un sistema fluviale della odierna Russia meridionale e scaricava le proprie acque attraverso un emissario che versava, percorrendo il Bosforo, nel Mar Egeo.

La trasformazione di questo bacino di acqua dolce in un vero e proprio mare avvenne circa dodicimila anni fa. Con il progressivo aumento della temperatura dovuto al periodo post-glaciale, con lo scioglimento dei grandi ghiacciai, che nei millenni precedenti avevano formato le calotte polari e che si estendevano su gran parte della terra, tutto il livello degli oceani iniziò a salire sensibilmente. Il mare prese a delineare il nuovo profilo delle terre emerse.

Anche il lago Nero risentì di questo fenomeno e le sue acque cominciarono a evaporare proprio per l’innalzamento del clima: la superficie del lago si ridusse notevolmente. Ad ogni modo le zone adiacenti continuarono a conservarsi fertili e produttive grazie ai corsi d’acqua numerosi. Le civiltà che si affacciavano sulle rive del lago Nero trovavano il loro habitat ideale. L’ambiente sembrava perfetto oltreché per gli uomini anche per gli animali in fuga da territori avviati ormai all’inaridimento o al deserto. Attorno all’ottavo millennio a.C. però le popolazioni di quelle zone si accorsero che il lago stentava a scaricare le proprie acque attraverso il Bosforo per la pressione del mar Egeo il cui livello tendeva ad alzarsi vertiginosamente. Finché a un certo punto l’acqua salata ebbe la meglio e riuscì a passare nel lago respingendo quella dolce. Si parla nelle fonti di quel lontano periodo di una gigantesca cascata che dal mare si scaricava nel lago, diminuito di livello, con una potenza pari a oltre quattrocento volte quella che si può misurare nella cascata del Niagara, tra gli Stati Uniti e il Canada.

LA LEGGENDA DEL DILUVIO UNIVERSALE
Il lago prese ad alzarsi tanto da rendere impossibile ai fiumi delle pianure circostanti di versare le proprie acque; le pianure del nord ovest si trasformarono in paludi, invadendo tutti i territori, boschi e campi coltivati. Non è assolutamente da scartare l’ipotesi che il ricordo di questa formidabile inondazione sia da mettere in relazione al diluvio universale. Di questo straordinario evento non si ha solo notizia nella Bibbia. A questo proposito vale la pena di rileggere il passo della Genesi, 6, 5-8: "...Il Signore vide che nel mondo gli uomini erano sempre più malvagi e i loro pensieri erano di continuo rivolti al male. Si pentì di aver fatto l’uomo e fu tanto addolorato che disse: ‘Sterminerò dalla terra quest’uomo da me creato, e insieme con lui anche il bestiame, i rettili e gli uccelli del cielo’. Ma Noè incontrò i favori del Signore". E ne derivò la costruzione dell’Arca, sulla quale Noè imbarcò - secondo l’ordine del Signore - i suoi familiari e un maschio e una femmina di ogni specie vivente.

Del diluvio si parla anche nei libri di una popolazione che non aveva contatti, allora, con gli ebrei e quindi non conosceva la Bibbia: i Sumeri, appunto.
Tra i miti che vengono tramandati di questo popolo antico, ce n’è uno riguardante un personaggio leggendario di nome Gilgamesh. Si tratta di un eroe che può essere paragonato all’Ulisse d’omerica memoria, anch’egli celebre per i suoi viaggi nelle terre allora conosciute. Durante uno di questi lunghi viaggi Gilgamesh raggiunse Utnapishtim, un vegliardo scampato al diluvio universale allo stesso modo di Noè, di cui riferisce il Vecchio Testamento. Anche questo grande vecchio, secondo tali ricordi sumerici, si era costruito un’arca. Utnapishtim, ricevuto Gilgamesh, gli raccontò delle sue peripezie con l’arca, della sua salvezza dal diluvio e gli riferì di quanto esisteva prima sulla terra. Il mito si intreccia con la realtà. Il libro di Gilgamesh, eroe sumerico, può considerarsi un prototipo delle Mille e una Notte, tanti sono gli episodi e le avventure che egli incontra e supera.

GLI STORICI ALLE PRESE CON L’ENIGMA
Gilgamesh per i Sumeri è in effetti l’omologo dell’Ercole della mitologia greca, come questi dovette affrontare fatiche terribili, prove sovrumane che difatti lo consacrarono come una vera e propria divinità. Attorno alla figura di Gilgamesh, e al suo mito, venne formandosi un poema epico, di cui sono arrivati brandelli e frammenti, un poema tramandato di padre in figlio dai Sumeri nell’antichità e poi diffusosi nella memoria dei popoli (per lo più della regione tra il Tigri e l’Eufrate, la vecchia Mesopotamia, culla dei Persiani, con i quali essi entrarono in contatto prima di scomparire del tutto).

Recenti studi hanno accertato l’esistenza di questo Gilgamesh. Un profondo conoscitore di miti sumerici, come la professoressa Stephanie Dailey - docente all’università di Oxford - ha però avanzato forti dubbi sull’esistenza di un poema epico imperniato sull’eroe di cui abbiamo riferito. Gilgamesh, secondo la Dailey, sarebbe stato in realtà solo un re, signore e padrone della città di Uruk, in Mesopotamia, vissuto attorno al 4500 a. C., un periodo dunque troppo lontano dagli eventi che caratterizzarono i millenni tra l’8000 e il 7500, che corrispondevano, più o meno, alla catastrofe abbattutasi sul Mar Nero e sulle zone circostanti.

Ma il Gilgamesh cui si riferisce la docente di Oxford potrebbe essere in effetti un omonimo dell’eroe di cui i miti sumerici parlano e che si fa vivere appunto attorno al 7500 o anche prima. D’altronde, la storia dei Sumeri è ancora piuttosto nebulosa: le leggende si confondono con la realtà, benchè gli storici siano impegnati nella ricostruzione della storia e della cultura di questa antica popolazione. In questi ultimi anni interessanti studi hanno rivelato la veridicità dell’esistenza di questa popolazione, la cui comparsa nella regione attorno al mar Nero (già lago in epoca antidiluviana) si fa risalire alla metà del settimo millennio a.C.. Fin dall’epoca mesopotamica tutta la storia del popolo sumerico si è sostentata e sovente arricchita di una fervida speculazione letteraria attraverso una tradizione mitologica e leggendaria: questo ha contribuito non poco a rivelare avvenimenti ed eventi che sarebbero altrimenti andati perduti.

GILGAMESH, IL RE GANIMEDE
Preziosi i riferimenti storiografici che si trovano in quella che viene designata come la Lista reale sumerica, una sorta di elenco delle dinastie dalla lontana epoca antecedente il diluvio fino al secondo millennio. Ma naturalmente a dare maggior concretezza alla storia è l’apparizione di originali iscrizioni. Grazie a esse si può ricostruire la vicenda di questa popolazione dalle sue antiche origini che risalgono, come si è accennato, all’età antidiluviana. E proprio attraverso le iscrizioni si ricavano interessanti notizie di leggendari personaggi come appunto Gilgamesh, un re amante delle arti e dei viaggi. Su di lui è fiorita una ricca leggenda, anche di amori con alcune figure femminili entrate anch’esse nel mito. Insomma Gilgamesh non è solo un re soldato, ma un re molto sensibile al fascino muliebre. Le epigrafi che lo riguardano e che riferiscono di sue avventure erotiche lo confermano. Ma non c’è solo Gilgamesh, altre figure di sovrani sumerici si riscontrano nella ricca messe di iscrizioni, a cominciare da una regina chiamata Puabi.

Rileggendo questi nomi si ricostruiscono le varie dinastie succedutesi nei millenni, nelle varie città dei Sumeri. La parola Sumeri deriva da un etimo che trova il suo corrispettivo nella radice ki.en.gj. di incerto significato. Anche la loro provenienza è sconosciuta; ad ogni modo si pensa che, prima di trasferirsi nella regione tra il Tigri e l’Eufrate, attorno al 2500 a. C., i Sumeri abbiano abitato lungo le rive del lago poi divenuto Mar Nero. Altrimenti non si spiegherebbero i miti a loro attribuiti che fanno riferimento alla catastrofe avvenuta nella zona. Certamente, in Mesopotamia essi hanno trasferito i loro usi e costumi, una cultura di buon livello e una loro scrittura. Dell’età protostorica faceva parte la cultura di Uruk, la città legata all’eroe Gilgamesh, il più celebre e famoso, di cui si è parlato. Diversi i segni di questa cultura attraverso testi, sia pure frammentari, e resti di architettura delle aree sacre. Mediante questi, si può ricostruire quella che era l’economia della città di Uruk, sotto la signoria di Gilgamesh: doveva essere in prevalenza agricola e pastorale, ma anche artigianale, quest’ultima inserita in un’organizzazione templare attorno alla quale si sviluppava l’attività dell’intera comunità.

I SUMERI. CHI ERANO COSTORO?
Tipica espressione di questa realtà era la città di Kish che si trovava a sud di Uruk: erano due centri di grande attrattiva religiosa e quindi di diffusione culturale. Non è un caso che la tradizione letteraria appare copiosa, e tra i libri che furono composti ci sono i poemi riguardanti le leggende più rinomate sulla vita e sulle avventure oltreché sulle gesta dei Sumeri e dei loro eroi, comprese quelle relative ai fatti naturali ed extranaturali che rappresentano fonti importanti per ricostruire le vicende legate ai luoghi e alle zone che dalla odierna Russia meridionale arrivano, passando per il Mar Nero, alla Mesopotamia. La conferma della tradizione per lo più leggendaria e mitologica dei Sumeri coincidente con quella della Bibbia, gli studi scientifici hanno portato ad accertare la veridicità di alcuni avvenimenti, primo tra tutti il diluvio e l’origine dell’agricoltura, un’attività svolta ancor prima dell’ottavo millennio dalle popolazioni attorno al lago Nero.

Del resto, proprio attraverso alcune interessanti scoperte geologiche, gli studiosi sono venuti a conoscenza che il Mar Nero era stato un lago di acqua dolce. Tuttavia, che la trasformazione da lago in mare fosse avvenuta attorno al 7500 a.C., ovvero solo un paio di secoli prima dell’apparizione dell’agricoltura in Europa, è una scoperta abbastanza recente, esattamente del 1993, quando un gruppo di geologi americani guidati da William F. Ryan e Walter C. Pittman del Lamont-Doherty Eart Observatory della Columbia University di Palisades, N.Y., hanno illustrato i risultati di loro ricerche geologiche e oceanografiche sulle origini del Mar Nero. Dai prelievi di sedimenti sulle rive fossili oggigiorno sommerse sono venuti alla luce frammenti di conchiglie d’acqua dolce scolorite dalla luce del sole; il che proverebbe che erano state a lungo all’asciutto, insomma fuori dall’acqua. Sopra questi resti si sono rinvenute tipiche forme di vita marina. I tests eseguiti su questi materiali dall’Istituto oceanografico di Galveston (Texas), hanno appurato anche la data - sicura, sia pure con una lieve approssimazione - in cui il grande lago Nero è stato invaso dal mare: 7540 a. C.

IL CATACLISMA DIVENTA UN MITO
Analoghi i risultati ottenuti anche dall’Accademia russa delle Scienze che con una nave oceanografica - attraverso i rilevamenti sismici e i carotaggi subacquei - ha ridisegnato le coste dell’antico lago preesistente al diluvio. E si è accertato che le genti scampate e sfuggite al cataclisma divulgarono l’agricoltura in Europa e in Mesopotamia. Tra queste genti c’erano i Sumeri che dilagarono nella regione tra il Tigri e l’Eufrate. Nella parte occidentale dell’Europa invece arrivarono gli altri popoli che portarono con sé le loro tecniche agrarie. Insieme alle tecniche relative all’agricoltura ad ogni modo queste tribù scampate al cataclisma conservarono e tramandarono nei secoli il ricordo della grande paura, dell’immane tragedia che, di generazione in generazione, assunse i contorni del mito, quello del Diluvio universale. Mito e realtà, dunque. Non solo appannaggio della Bibbia, ma di quelle popolazioni coinvolte nella terribile inondazione che abbatté e risistemò i vasti territori attorno al bacino dell’attuale Mar Nero.

LIONELLO BIANCHI

Ringrazio per l'articolo
offerto gratuitamente
a Cronologia
il direttore di


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