Cronologia - Storia - "Società e Lavoro"
Settembre 1999
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***  ........ma per dove la imbarcano?
***  La portano a riparare in Spagna, sembra che quest'anno sia quello il modello vincente;  il "nuovo asiento" di non lontana spagnola memoria (era
perfino dallo Stato detassato).
Un anno fa  il modello da seguire era quello del Galles, due anni fa dell'Irlanda, tre anni fa, il Renano.
Quello Cileno o di Bokassa prima o dopo verrà fuori; lo stanno studiando nell'ambiente dell'"avanspettacolo" le "anime morte".
Verso dove si va, nessuno lo sa!

l'Asiento
- L' asientista - gli schiav-interini -  e il contemplativo

* * *  E gli schiavi chi sono? - - -  Sono gli INTERINI. Una  storia vecchia. Gli hanno cambiato  solo il nome.  Adesso ti racconto:

Si iniziò chiamandoli   ILOTI.  A  Roma PLEBEI. Dopo le influenze religiose e la filosofia umanitaria nacque il "colonato" e gli diedero il nome di COLONI  (cioé servi a vita). Nel feudalesimo la chiamarono  gente della GLEBA  (e la loro condizione non è che cambiò - servi erano e servi rimasero - quando vendevano i   campi gli uomini e le bestie erano comprese nel prezzo). Ottone nell'anno 1000 gli diede il nome  "slavi" (SCHIAVI).  Poi introducendo  gli europei la "civiltà"  nel Nuovo Mondo, s'inventarono il "LAVORO   NERO",  nacquero così  i "NEGRIERI"  (detti "asientisti", una tratta giustificata e legalizzata dai governi come una necessaria   "Istituzione peculiare"). Nella rivoluzione industriale questa massa (gleba e neri) resa "libera" (cioè a spasso),   prese il nome di PROLETARIATO (sempre indicando l'ultima classe di cittadini) al servizio - ma solo alcuni - dello sfruttatore di turno che lavorava per il bene della Nazione (diceva lui - ma la dimenticava quando portava i capitali all'estero). Nel secondo dopoguerra  si ammorbidì il termine in  FORZA LAVORO SALARIATA  gestita o dal CAPORALATO o dal PATRONATO locale del politico di turno a caccia di voti. Li   definirono ASSISTENZIATI della "razza padrona". (il servilismo dal basso, salì  prima verso i ceti sociali medi, poi arrivò a quelli alti. Nessuno ne fu indenne. Ogni uomo aveva un "prezzo".
Quello del ceto popolare, di manovalanza (per il momento - ma sta salendo vertiginosamente l'impiegatizio) li chiamano ora più simpaticamente INTERINI, sono guidati da cooperative, che sono però Società, che si comprano e si vendono e valgono  soldi se   hanno un certo numero di interini piazzati.  Lucrando li affittano alle aziende,  che sono libere così da ogni vincolo; li possono licenziare quando vogliono  e non hanno altre spese. Alcune hanno creato in parallelo (e se le gestiscono) le cooperative; come negli anni '70: all'esterno  diedero impulso (gestondoli) ai terzisti; e questi dalla schiavitù tayloristica (catena di montaggio nella fabbrica)  si ritrovarono schiavizzati nei sottoscala di casa propria (gli dissero, ora "siete liberi", "di lavorare...  per noi" però).

Ora se passa il sistema pensionistico contributivo,  come faranno gli interini col posto a singhiozzo a pagarsi la sanità e a crearsi  una pensione solo Dio lo sa. Se già ora con il 33% di contributi Inps  il piatto piange, con il 10%,  il piatto non riderà di certo.

Il generale Nicia, ancora nel 440 a.C.,  ne possedeva circa 1000 di "interini" e anche allora  li affittava a ore o a giorni a chi ne aveva necessità nelle varie attività artigianali, industriali o agricole.
Un tale in  una città del Veneto,  Nicia lo ha strabattuto !!!   Ne ha 5000 di interini sparsi in 150 aziende.

* * *  Sono dunque schiavi come allora ? Certo,  in questo caso  presente  fa l' asientista,  il negriero, il caporalato legalizzato.

* * *   No, si chiama ora addetto alla MOBILITA' PRODUTTIVA, alla FLESSIBILITA' LAVORATIVA, alla   INTERINALITA' INNOVATIVA, Il termine  lo si decora solo col vocabolario della lingua, anche se  sempre quella è... la "minestra" oppure... la "finestra".
Alcune corporazioni  sono invece protette. Alcune hanno  ancora una struttura medievale, feudataria, di baronia, anacronistica. Così come  quella dell'amministrazione pubblica:   inamovile, anche nei più umili  lavori.  In quelli  più   qualificati c'è poi il più disumano paradosso: un capace ragioniere o un intelligente ingegnere  dello Stato, non può esercitare la sua professione in privato (e va bene) ma in caso di mobilità all'esterno può fare solo il portacarte. Le corporazioni sono più forti dell'intelligenza umana, all'esterno livellano tutti gli altri a semplici accessori. Uomini che non reagiscono, ma ubbidiscono, lavorano duro per qualche lira "subito"  e  -pur giocati-  ci appaiono anche soddisfatti (per il momento).

* * * Mi vengono in mente alcune righe di un filosofo che con  preconoscenza aveva già  visto il nostro  tempo

""".... Sono tutti soltanto degli schiavi i quali per una eterna necessità, non lavorano affatto per sè. Mai vi furono schiavi senza padroni. In un secolo venturo si avrà senz'altro lo sguardo educato a questo spettacolo che oggi appare indiscernibile. Ma ricordate questo enorme sforzo, questo sudore, questa polvere, questo strepito di lavoro della civiltà sono al servizio esclusivamente di coloro che sanno utilizzare tutto ciò senza partecipare al lavoro,  appartengono a loro stessi, mentre gli altri devono essere esclusivamente degli accessori adibiti al loro superfluo. Anche i dirigenti, i funzionari, gli impiegati, i commercianti, gli artigiani, gli stessi imprenditori, nelle loro mansioni, lavorano senza saperlo per questi padroni occulti, dunque per la casta contemplativa che forma continuamente i "valori"  e il senso della vita  degli schiavi verso una totale pianificazione a gestione planetaria"
(Nietzsche, Frammenti del periodo della Gaia scienza" , - Sils Maria, 1881-1882)
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INTERINALE
UNA SVOLTA NELLA SOCIETA' ITALIANA DEL  2000
( Ed è già iniziata l'era dei nuovi "asientisti" legalizzati )

IL CAPORALATO > > >

( Card n. 85  del 09-09-1999)  


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