CRONO-EUROPA

FIRME

1800 Un'idea di Europeismo nasce fin dall'Ottocento in alcuni movimenti politici orientati ad avvicinare i popoli e gli stati europei all'integrazione economica e unificazione politica. Oltre che ispirarsi a ideali, era un'esigenza per adeguarsi alle modificazioni introdotte dalla rivoluzione industriale e dalla "conquista borghese".

1814 H. DE SAINT SIMON e A. THERRY con la riorganizzazione della società europea, auspicarono a una federazione di popoli in un solo corpo politico, pur conservando ciascuno di essi la propria indipendenza nazionale.

1816 - Dobbiamo citare anche l'amareggiato Napoleone mentre dettava le sue memorie a Las Cases nella infame solitudine di Sant'Elena: "...Non avevo finita la mia opera. L'Europa sarebbe diventata di fatto un popolo solo; viaggiando ognuno si sarebbe sentito nella patria comune... Tale unione dovrà venire un giorno o l'altro per forza di eventi. Il primo impulso è stato dato, e dopo il crollo e dopo la sparizione del mio sistema  io credo che non sarà più possibile altro equilibrio in Europa se non la lega dei popoli".  "...Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno  delle stesse leggi per tutta Europa. Avrei voluto  fare di tutti i popoli europei un unico popolo..." 

Questa la chiara visione napoleonica degli Stati Uniti d'Europa. Un disegno genialmente demoniaco nella sua origine, perfettamente razionale nelle sue deduzioni. "L'Europa non è più una tane di talpe...Quello che vuole ottenere a forza coi suoi 800 mila uomini dovrà un giorno fondersi, spintovi dalla ragione e dalla necessità, in un patto spontaneo: un giorno da tutti quei popoli nascerà un popolo solo... Ecco l'unica soluzione che mi piace." (N. Memoriale di San'Elena).

Ma la visione napoleonica non era del tutto nuova.
Il punto di partenza dal quale si può cominciare a ricercare le origini di un "pensiero europeo" è senza dubbio il secolo dei Lumi. E' nel XVIII secolo, infatti, che comincia a svilupparsi una riflessione europeistica che non abbia intenti egemonici. Europa, quindi, non come dominio di una Impero sul continente, ma libera unione tra nazioni e popoli liberi. Ovviamente, l'egemonismo imperiale o nazionalistico non cessò di essere una tentazione per i potenti d'Europa, basti pensare all'Impero austro-ungarico, a quello guglielmino, a quello stesso napoleonico e - in ultimo - a quello nazista. Sono però alcuni pensatori, uomini decisamente in anticipo con i tempi, che gettarono, talvolta inconsciamente, il seme dell'unità europea. 

Già alla fine del XVII secolo Sully si era spinto ad auspicare in Europa la presenza di 15 "dominii" raccolti intorno ad un unico governo - composto da quaranta membri, due per ogni stato grande, uno per ogni stato piccolo - in grado (grazie al potere di un esercito europeo!) di regolare ogni tipo di disputa. (Oggi quasi ci siamo ! siamo a 25 membri - Ndr)
E' nel XVIII secolo, però, che il mito europeo fiorisce. Il quacchero William Penn prevede una sorta di Dieta europea molto simile al governo concepito da Sully. Gli stati vi avrebbero avuto accesso secondo un criterio proporzionale legato alle dimensioni territoriali ed alla ricchezza demografica. L'abate di saint-Pierre, nel 1713, intitola un suo studio "Progetto per rendere perpetua la pace", nel quale un'alleanza tra sovrani europei, coordinata da un vero e proprio Parlamento (in rappresentanza perpetua degli Stati!) avrebbe assicurato l'assenza di conflitti sul Continente. (anticipò la fallita Società delle Nazioni e l'attuale UE - Ndr.)  
Il Parlamento avrebbe avuto poteri legislativi e giudiziari, e ad esso gli stessi sovrani avrebbero dovuto conformarsi. Sempre in questo progetto, ogni Paese avrebbe fornito 24.000 uomini per la creazione di un esercito comune. (Questa intesa oggi non è stata ancora raggiunta - Salvo quella alle dipendenze dell'Onu - Ndr.)

A questo disegno di impronta, potremmo dire, monarchica, si contrappone il Rosseau. Il filosofo francese vede nei sovrani un elemento destabilizzante. Solo una rivoluzione democratica sarebbe stata in grado, quindi, di assicurare un'unione salda e una pace perpetua. Jeremy Bentham, nel suo "Piano per una pace universale e perpetua" prevede un'Assemblea internazionale, un tribunale in grado di svolgere arbitrato nelle contese tra le nazioni, lo sviluppo del libero scambio. Idee che verranno riprese da Kant che, nel quasi omonimo "Per la pace perpetua" del 1795, constata la propensione alla guerra anche dei paesi democratici (ha assistito infatti al post-Rivoluzione francese). Per uscire dallo stato di guerra - è la tesi del filosofo tedesco - bisogna rinunciare all'anarchia e sottomettersi a leggi e istituzioni comuni, emesse da "uno Stato di nazioni che crescerebbe sempre e comprenderebbe alla fine tutti i popoli della terra". Se ben si interpretano le parole di Kant, è addirittura un sistema federale mondiale la soluzione proposta.


1827 Il liberale P. LEROUX, riteneva l'unità europea fondamentale pur nella varietà delle espressioni, e sottolinea spesso nella sua opera - Filosofia della storia dell'unione europea -  il progresso della civiltà borghese che identificava con l'Europa stessa.

1863 P.J. PROUDHOM, in Il principio federativo auspicava la dissoluzione dello stato nazionale accentrato, indicava e si augurava l'Europa riunita in una "Società Federale"; una realizzazione  dei suoi principi antiautoritari. Mentre nella stessa Francia, A.C. TOCQUEVILLE pur grande ammiratore  dell'organismo federale statunitense, riteneva l'esperienza americana non estensibile in Europa a causa delle sue peculiarità storiche, culturali e territoriali (come dirà Cattaneo, Popoli nati "da un diverso sviluppo storico")

1870-1871 - Prima l' antibonapartismo, poi il cesarismo bismarckiano avevano svuotato un'idea di Europa che i conflitti imperialistici avrebbero ulteriormente oscurato. Altrettanto inaridite le concezioni di CATTANEO; che anche lui sosteneva la necessità dell'unione dei vari Stati sotto forma di una federazione, ma che si lasciasse ai singoli  Stati ampie autonomie di direzione economica e politica in considerazione della varietà dei problemi che si erano creati in essi in seguito al loro diverso sviluppo storico. Pur auspicando questa grande conquista, la problematicità di questo grande progetto ce lo ha lasciato in Psicologia delle menti associate. Un saggio che oggi nel 2000 è ancora uno dei più importanti studi   sia nel campo della psicologia dei popoli, sia in quello della sociologia. (Purtroppo sempre ignorato - si iniziano conflitti con un popolo senza sapere nulla della loro cultura e della loro storia - poi accadono le Jugoslavie, i Vietnam, gli Irak ecc. ecc.). 
Era ricorrente allora, quell'ambigua  parola "annessione" che divenne norma in Italia e in Europa nel periodo delle guerre risorgimentali, poi nella prima e nella seconda guerra mondiale; una parola abusata e ricorrente nei vari tavoli della "pace" dei popoli sconfitti; e spesso furono proprio queste empiriche unioni o divisioni le cause delle stesse due guerre e le successive instabilità di alcuni Paesi.
Per rimanere in Italia, Cattaneo, ad esempio,   nel suo saggio, non riusciva a capacitarsi come avrebbero potuto essere valide alcune leggi e istituzioni concepite per il Piemonte, ma estese ad altre regioni "senza tener conto"  di alcuni elementi linguistici, psicologici e sociologici delle rispettive popolazioni. Gli Stati con un tratto di penna sulla cartina si possono creare in un ora, ma per fare o modificare un popolo con le proprie tradizioni, la propria cultura, religione, ecc.  non bastano mille anni (e gli esempi non mancano).

1914 - O. BAUR continuò a parlare di Stati Uniti d'Europa, proseguendo i progetti su un'Europa del tipo "lotaringia" collegati alla neutralizzazione dell'Alsazia-Lorena, ma l'Europa di cui più si discusse negli anni precedenti fu la Mitteleuropa, al cui controllo (dopo il suo fortunato 1870-71) aspirava la Germania Imperiale.

1918 - Dopo la guerra, nell'ambito degli ideali europeisti si aprì la fase vera e propria dei dibattiti e dei tentativi di suscitare movimenti d'opinione capaci d'incidere sul piano politico. Vi contribuirono molti intellettuali preoccupati della "decadenza europea"  (BENDA, HUIZINGA, JASPER, SALTER, ecc) vissuta come "crepuscolo della civiltà"(J. MARITAIN); vi parteciparono anche tecnici e imprenditori interessati a organismi sovranazionali in grado di guidare il processo di ristrutturazione e di stabilizzazione. Fra questi, in Italia, GIOVANNI AGNELLI propose il piano di una federazione europea.

1923 Alla fondazione promossa da R. ROLLAND della rivista "Europa",   seguì la fondazione a Vienna da parte del Conte Austriaco RICCARDO COUDENHOVE-KALERGI, del movimento "Unione Paneuropea" appoggiato da EDOUARD HERRIOT e ARISTIDE BRIAND; si adoperarono nel primo tentativo di dar vita agli Stati Uniti d'Europa, ma furono sconfitti. Il loro progetto fu bocciato per essere troppo filotedesco e per un eccessivo conservatorismo. Su posizioni ancora più di destra si collocava l'europeismo filofascista sostenuto nella "Europaische Revue" fondata dal principe K.A. ROHAN.

1929 4-5 settembre - Dopo il tramonto delle illusioni destate dai patti di Locarno, ARISTIDE BRIAND, presidente del Consiglio e ministro degli Esteri francese con il collega tedesco GUSTAV STRESEMANN, esposero senza  successo, davanti alla X Assemblea generale della Società delle Nazioni a Ginevra, un progetto di Unione Europea. Il fascismo, la crisi economica del '29 e il successivo apparire del nazismo con la sua idea di una "civiltà europea tutta ariana", misero in crisi questi progetti; poi all'inizio del secondo conflitto mondiale sembrò spazzarli via del tutto rendendoli utopistici da una parte, inquietanti dall'altra perchè più che a una unione qualcuno era preoccupato per un germanico dominio europeo.

1941 La drammaticità delle tensioni invece contribuirono a rafforzare l'idea federale europeista.  ALTIERO SPINELLI (già espulso nel '23 dal PCI con l'accusa di essere un "presuntuoso piccolo borghese" e di voler "minare l'ideologia bolscevica") MUSSOLINI nel '41 (con accuse opposte) lo fa arrestare e condannare al confino sull'isola di Ventotene, assieme agli altri esponenti, per aver con ERNESTO ROSSI ed EUGENIO COLORNI, redatto e diffuso il Manifesto dell'Europa Unita e Libera, auspicando la venuta del Federalismo europeo. Sullo stesso documento spinelliano, subito dopo la caduta del fascismo nasce a Milano nel....

1943 il 27 agosto, dopo un convegno, il Movimento Federalista Europeo. Movimenti paralleli sorsero l'anno dopo  in Francia e altrove. Si arriva al 19 settembre 1946 con la proposta a Zurigo di WINSTON CHURCHILL. Il 16 dicembre  a Parigi, con Francia, Inghilterra, Germania, costituisce "L'UNIONE FEDERALISTA EUROPEA" cui aderisce anche il "Movimento" italiano di Altiero Spinelli.

1945-1947 - Tutto l'europeismo del dopoguerra é interamente contrassegnato da un "europeismo occidentale" che muove intorno all'asse ed é fortemente condizionato dal Piano di aiuti Marshall (giugno 1947) e all'Alleanza Atlantica (1949).

1947 - Nascono in parallelo, altre iniziative federaliste ed europeiste. All'Unione Federalista Europea, troviamo la sigla UNITED EUROPE MOVEMENT un'altra creatura di Winston Churchill, però con un distinguo: la Gran Bretagna sarà semplicemente un sostenitore esterno ma non membro attivo.
(Una presa di posizione che tornerà in superficie al battesimo della "moneta unica" nel 1998. E se da una parte restano alcuni possibilisti, dall'altra si registra la nascita di partiti "nazionalisti" che non ne vogliono sapere di Unione Europea né rinunciare alla Sterlina - Ndr. )

Dal 27 al 31 agosto a Montreaux si svolge il I Congresso dell'Unione Federalista Europea.

1948 - Il 17 marzo, a Bruxelles, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, firmano l'omonimo "Trattato" per una cooperazione politico-economico-militare; segue a pochi giorni, il 16 aprile, la nascita dell'OECE, Organizzazione Europea di Cooperazione Economica; un organismo per coordinare l'attuazione del piano ERP (European Recovery Program - più noto come "Piano d'aiuti Marshall") proposto dal segretario di stato degli USA, George Marshall, approvato pochi giorni prima, il 31 marzo, dal Congresso americano. Primario compito: quello di distribuire gli aiuti e di procedere a un controllo dell'uso degli stessi, nell'intento di favorire un processo di ripresa economica nei paesi amici o nemici colpiti dalla guerra. In questa prospettiva furono fra l'altro raggiunti accordi per la creazione di un singolare sistema multilaterale dei pagamenti (vedi la successiva UEP).

1948 - Il 7-10 maggio, all'Aja, per studiare e approfondire un unico progetto di Federazione europea, si svolge il I Congresso di tutti i movimenti federalisti ed   europeisti, promosso questa volta da un Comitato di coordinamento internazionale. Il 18 agosto il Comitato invita i cinque paesi firmatari del " Trattato di Bruxelles" a convocare un'Assemblea Europea. A Novembre dentro la Federazione europea si forma un Consiglio consultivo, ma il 17 dicembre il Comitato permanente per lo studio e lo sviluppo della Federazione stessa, non riesce a trovare una sola soluzione ai vari progetti presentati già al I Congresso dell'Aja.

Negli stessi giorni, nel Congresso dell'Aja, Schumann, ministro degli esteri francese, proprone di mettere in comune le risorse del carbone e dell'acciaio della Francia e della Repubblica Federale tedesca, tuttavia aperta -come organizzazione- agli altri Paesi europei. (vedi CECA più avanti)

1948 - Contemporaneamente  si manifesta un movimento favorevole all'unificazione europea facente capo a HENRY SPAAK, ALCIDE DE GASPERI, ROBERT SCHUMAN, che però si divise sulla via da intraprendere per conseguirla. Alcuni proponevano un potere sovranazionale di un'assemblea eletta a suffragio universale e altri, come gli inglesi, indicavano la creazione di un consiglio dei ministri europei intergovernativo. Si arrivò a un compromesso agevolando la nascita di due istituzioni: un'assemblea consultiva designata dai singoli parlamenti, e un comitato dei ministri; due organismi  privi di potere reale ma che nell'insieme pongono le basi della prima fase iniziale del Consiglio d'Europa

1949 - 5 Maggio - Viene istituito il CONSIGLIO D'EUROPA. Il suo statuto é firmato a Londra dai dieci paesi promotori (Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia e Svezia). Per la prima volta il Comitato dei ministri degli esteri e l'Assemblea consultiva si riuniscono nella sede di Strasburgo rispettivamente l'8 e il 10 agosto. Sono esaminati tutti i progetti e gli aspetti politico economico e militare

Ha più fortuna il "Piano" proposto da Schuman per l'istituzione  della CECA, mentre andrà incontro al fallimento (1949-1954) il progetto militare CED (Comunintà Europea di Difesa) proposto dal Primo ministro francese PLEVEN.

Sul primo s'indirizzò l'Europa dei Sei, quella dell'integrazione economica culminata poi con l'istituzione del Mec (1957) con alcuni problemi  nel 1958-59 con la pregiudiziale del regime gollista, poi con la crisi dell'integrazione agricola nel periodo 1969-'75.

Sul secondo ci fu il sopravvento del progetto elaborato tra gli Stati Uniti, il Canadà e i cinque paesi europei che già nel marzo 1948 avevano dato vita all'Unione europea occidentale (Gran Bretagna, Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo) Trattative iniziate il 6 luglio 1948; infine a testo ormai definito erano stati invitati a aderire all'alleanza, Danimarca, Islanda, Portogallo e Italia. I contraenti s'impegnavano in un'alleanza ventennale che prevedeva la costruzione di una organizzazione militare integrata: coordinamento, addestramento, equipaggiamento, produzione e dotazioni di armi dei rispettivi eserciti. Istituito il Consiglio atlantico, nell'ottobre del 1949 il Congresso degli Stati Uniti approvò un primo grosso stanziamento per il riarmo dei paesi aderenti alla Nato; poi nel settembre del 1950, si giunse alla costituzione di una forza di difesa unificata, affidata a un solo comando.

1949 - La UEP (UNIONE EUROPEA DEI PAGAMENTI) é la prima organizzazione che sorge per iniziativa dell' OECE per facilitare il commercio tra i paesi membri, attraverso un meccanismo di compensazione multilaterale nei pagamenti internazionali. Tale meccanismo prevedeva che una volta al mese i paesi membri venissero accreditati per i loro surplus commerciale netto ( o addebitati per i deficit) verso l'Unione a opera della Banca dei regolamenti internazionali di Basilea, che fungeva da agente dell'Unione medesima. A favore di ciascun membro erano stabiliti limiti massimi, al di sopra dei quali debiti e crediti dovevano essere liquidati in oro. Attraverso questo meccanismo le valute dei paesi membri dell'OECE erano, entro determinati limiti, rese virtualmente convertibili. L'Unione cessò di esistere nel 1958 con il ritorno al regime di convertibilità delle monete; ad essa venne sostituito L'ACCORDO MONETARIO EUROPEO.

1951 - 2 febbraio, si costituisce un Comitato Costituzionale su iniziativa di KALERGI; il 18 aprile - Francia, Germania Federale, Italia, Belgio, Olanda e Lussemburgo firmano il "TRATTATO DI PARIGI" che istituisce la CECA (COMUNITà EUROPEA DEL CARBONE E DELL'ACCIAIO). Entrerà in vigore il 25 luglio 1952. Nel trattato é prevista anche la formazione di un'Assemblea parlamentare comune.

Il 10 dicembre, l'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa, riunita a Strasburgo, a maggioranza respinge la proposta di PLEVEN, di creare un'autorità politica che controlli l'esercito europeo (CED - Comunintà Europea di Difesa). Il giorno dopo il presidente dell'Assemblea, SPAAK, si dimette, evidenziandone l'impotenza politica.

1952 - 27 maggio: A Parigi viene firmato il trattato che istituisce la CED, Comunintà Europea di Difesa.

1952 - 10 settembre: a Strasburgo, si svolge la prima riunione dell' Assemblea parlamentare della CECA. Ne fanno parte 78 membri designati dai Parlamenti dei rispettivi Paesi (18 ciascuno per Italia, Francia e Germania federale, 10 ciascuno per Belgio e Olanda, 4 per il Lussemburgo). L' unica donna e' l' olandese Marga Klompe. La prima seduta e’ presieduta, per motivi di anzianita', dall' ITALIANO ANTONIO BOGGIANO PICO. Durante i tre giorni di riunione, l'Assemblea elegge presidente il belga PAUL HENRY SPAAK, con 38 voti su 69 votanti.

Nella riunione, i ministri degli Esteri dei paesi partecipanti invitano l'Assemblea a produrre per la prossima riunione del 10 marzo 1953 un progetto di Comunità Politica Europea (CPE).

1953 - Gennaio - Approvato il primo regolamento interno dell'Assemblea. Sono previste solo "delegazioni nazionali" e non gruppi parlamentari politici.

1953 - 10 marzo - A Strasburgo l'Assemblea consultiva del Consiglio d'Europa approva a larga maggioranza il progetto di costituzione europea.

1953 - 16 giugno - Una modifica al regolamento prevede la costituzione di gruppi politici, per la cui formazione è previsto un numero di almeno 9 deputati.

1953 - 22 settembre - A Roma i sostituti dei ministri degli Esteri esaminano il progetto di uno Statuto Europeo.

1954 - Maggio - Viene eletto il nuovo presidente dell' Assemblea; e' ALCIDE DE GASPERI, democristiano italiano.

1954 - novembre : a De Gasperi succede un altro democristiano italiano, GIUSEPPE PELLA.

1954 - 27 settembre - Il primo ministro inglese EDEN organizza a Londra una conferenza dopo il fallimento della CED. Partecipano alla riunione la stessa Gran Bretagna, i Paesi della Ceca, gli Stati Uniti e il Canadà. Il 9 ottobre é approvato l'"ATTO DI LONDRA". Esso pone le basi dell'accordo dei 9 che sarà firmato a Parigi.

1954 - 21-23 ottobre - A Parigi, in sostituzione della CED, si costituisce l'UEO (Unione Europea Occidentale).  Un organismo per una politica di sicurezza e di difesa dei Paesi europei con la partecipazione anche della Gran Bretagna.

1955  1-2 giugno - A Messina, alla conferenza dei ministri degli Esteri della CECA, viene affidato a un comitato presieduto da Spaak, il compito di elaborare un rapporto per il coordinamento economico e sociale e la creazione di un mercato comune tra i Sei Paesi della CECA.

1955 - 13 ottobre -   JEAN MONNET fonda il Comitato d'azione per gli Stati Uniti d'Europa. Scopo del comitato: promuovere dichiarazioni, ascoltare proposte, elaborare progetti, per realizzare una Unità politica europea.

1955 - 8 dicembre - Giorno ufficiale dove è stato adottata la bandiera dell'UE per la prima volta; l'autore è Arsène Heitz.

1956 - 11 febbraio - I ministri degli esteri dei Sei Paesi della CECA iniziano ad esaminare il rapporto Spaak riguardante un coordinamento economico dei vari settori; in primo piano quello   che concerne il campo dell'energia atomica. Il 21 aprile, il "COMITATO SPAAK" termina i lavori con un rapporto che prevede la creazione della CEE (Comunità Economica Europea) e di una Comunità dell'Energia Atomica. Il 29-30 maggio a Venezia la riunione dei ministri degli esteri della CECA, approvano il rapporto. Il 26 giugno  a Bruxelles iniziano i lavori per la costituzione della CEE e dell'EURATOM.

1956 - Novembre : la presidenza passa al democristiano tedesco HANS FURLER.

1957 - 25 marzo - A Roma i sei Stati della CECA sottoscrivono IL "TRATTATO DI ROMA", da cui nascono la CEE e l' EURATOM. L' Assemblea parlamentare delle comunita' europee diventa Parlamento europeo e vede rafforzato il suo ruolo consultivo. I suoi membri aumentano a 142, tutti delegati dai rispettivi Parlamenti nazionali.

1858 1° gennaio: entra in vigore il "Trattato di Roma". Si insediano a Bruxelles le Commissioni della Comunità Economica Europea (CEE) e dell'EURATOM.
1958 - 19 marzo - L'Assemblea elegge presidente il francese ROBERT SCHUMAN.

1960 - Marzo - Il tedesco HANS FURLER e' nuovamente eletto presidente.

1960 - 17 maggio - A Strasburgo l'Assemblea parlamentare presenta un progetto di elezione  parziale dei propri membri a suffragio universale e diretto. Il progetto viene ignorato dal Consiglio dei ministri.

1961 - 10-11 Febbraio - A Parigi primo vertice dei capi di Stato dei Paesi della CEE. Emerge il desiderio di stabilire una maggiore cooperazione politica. Viene  affidato un progetto a una commissione intergovernativa presieduta da FOUCHET.

1961 - 10 Agosto - Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca presentano domanda per entrare nella CEE.

1962 - 14 gennaio - I Paesi della CEE varano il piano della  Politica Comune Agricola (PAC)

1962 - marzo - La presidenza tocca di nuovo all' Italia, con il liberale GAETANO MARTINO.

1963 - 14 gennaio - CHARLES DE GAULLE   presidente della Repubblica francese   in una conferenza si eprime negativamente all'ingresso nella CEE della Gran Bretagna. Mentre il....

20 Luglio viene firmata la "Convenzione di Yaoundé" tra la CEE e 18 Stati africani.

1964 - Marzo - Il belga vallone JEAN DUVIEUSART é il nuovo presidente. Il capo della Commissione esecutiva della Comunità WALTER HALLSTEIN propone di concedere maggiori poteri alla Commissione e al Parlamento Europeo.

1965 - Settembre - La presidenza passa al belga fiammingo VICTOR LEEMANS.

1965 - 5 Luglio - La Francia rifiuta di partecipare con il proprio rappresentante alle sedute del Consiglio della Comunità. Il 9 settembre De Gaulle conferma la propria opposizione a qualsiasi forma di integrazione europea sovranazionale e si dichiara favorevole solo a una Europa intergovernativa.

1966 - 7 marzo - L'Assemblea elegge presidente il centrista francese ALAIN POHER. Il 28 gennaio era stata superata la crisi con la Francia (che nel luglio 1965 aveva ritirato il proprio rappresentante permanente presso la Comunità) con il "Compromesso di Lussemburgo". De Gaulle ha accettato di ritornare in Consiglio a condizione che venga mantenuta la regola dell'unanimità quando sono in gioco "interessi vitali". Il 21 febbraio De Gaulle aveva anche annunciato il ritiro della Francia dalla NATO. Il 10 marzo la decisione è ufficiale.

1967 - 8 Aprile - Viene istituito un unico Consiglio e un'unica Commissione

Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Norvegia rinnovano la domanda per l'entrata nella CEE, ma De Gaulle ribadisce il suo veto.

30 Giugno - Iniziati lavori a Ginevra nel 1965, sul Kennedy Round" si concludono i negoziati per la riduzione generale delle tariffe doganali tra USA e CEE.

1968 - Entrano in funzione in base al Trattato di Roma, con largo anticipo l'"UNIONE DOGANALE" tra i Paesi della CEE e la tariffa doganale esterna comune.

1969 - marzo - Il nuovo presidente è l' italiano MARIO SCELBA, democristiano.

1969 - dicembre: I capi di Stato e i governi riuniti in un vertice all'Aja, decidono di passare la fase definitiva della Comunità, adottando i regolamenti agricoli, dopo aver stabilito le risorse dei Paesi che sono dentro la CEE.

1970 - 22 aprile - Il Trattato di Lussemburgo estende i poteri di bilancio del Parlamento Europeo.
Si consente il finanziamento graduale della Comunità attraverso risorse proprie e l'estensione dei poteri di controllo del Parlamento europeo. A Dicembre, all'Aja, in un vertice   di capi di Stato viene ribadita la volontà di realizzare l'unione economica e monetaria, e rafforzare l'allargamento della Comunità, dopo che a giugno si sono aperti dei negoziati con quattro Paesi candidati all'adesione: Danimarca, Irlanda, Norvegia e Regno Unito.

1971 - Marzo : la presidenza torna alla Germania, con il socialdemocratico WALTER BEHRENDT.

1972 - 22 gennaio: con la Firma a Bruxelles la Comunità Europea accetta l'entrata di quattro Paesi: Danimarca, Irlanda, Norvegia e Regno Unito.

1972 - 24 aprile - I Sei costituiscono il cosiddetto "serpente monetario", con la decisione di limitare i margini della fluttazione delle proprie moneta al 2,25%.
Negli anni successivi (1973-74) Francia e Germania premono per la creazione di un sistema monetario europeo (SME), che dovrà basarsi su una moneta di riferimento chiamata ECU (Unità di conto europea). Il Consiglio di Bruxelles solo nel dicembre 1978 sancirà la vittoria di questo punto di vista.


1973 - 1 Gennaio - Con l' adesione alla CEE di Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda, il numero dei parlamentari europei sale a 198. La Norvegia che pur aveva chiesto di aderire, é assente  dopo che un referendum popolare si é espresso per il no all'entrata nella CEE.

1973 - Marzo : L' Assemblea nomina presidente il liberale OLANDESE CORNELIS BERKHOUWER.

1974 - 9-10 Dicembre: A Parigi riuniti i capi di Stato e di governo prentano una convenzione - ma questo era già previsto nel "Trattato di Roma" - che il Parlamento europeo verrà eletto a suffragio universale.

1975 - 14 Gennaio - Il Parlamento europeo approva la convenzione per la sua elezione a suffragio universale e diretto. La data verrà quanto prima fissata in una Riunione di Consiglio.

1975 - 11 Marzo : Il socialista francese GEORGES SPENALE è eletto presidente del Parlamento europeo.

1975 - 22 Luglio - I ministri degli Esteri della Cee firmano il Trattato di Bruxelles che aumenta i poteri di bilancio del Parlamento europeo e istituisce una Corte dei Conti comunitaria.

1975 - 2 Dicembre - Riunione del Consiglio europeo a Palazzo Barberini, a Roma, sotto la presidenza dell'on ALDO MORO. I capi di governo dei nove Paesi della Cee decidono l' elezione del Parlamento europeo a suffragio universale diretto nella primavera del 1978, fra maggio e giugno.

1976 - 12 luglio : i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo raggiungono un accordo sulla futura composizione del Parlamento europeo. L' accordo prevede l' elezione, nel maggio-giugno 1978, di 410 rappresentanti: 81 per l' Italia, la Francia, la Gran Bretagna e la Germania Federale; 15 per l' Irlanda; 16 per la Danimarca; 24 per il Belgio; 25 per l'Olanda e 6 per il Lussemburgo. L' Urss protesta perche' ritiene illegittimi i tre rappresentanti previsti per Berlino Ovest.

1976 - 20 settembre : i ministri degli Esteri della Cee firmano la definitiva Convenzione per le elezioni a suffragio universale diretto del Parlamento europeo nel 1978.

1976 - 6 ottobre : Camera e Senato italiani scelgono i rappresentanti italiani al Parlamento europeo.

1976 - 27 ottobre: il Parlamento europeo, riunito a Lussemburgo, approva in prima lettura il progetto di bilancio delle comunita' per l' esercizio 1977, ridotto dal Consiglio a 8,6 miliardi di dollari.

1977 - 22 febbraio: la commissione bilancio del Parlamento europeo approva una proposta di stanziamento di 2 milioni di unita' di conto per il finanziamento della campagna per le elezioni dirette.

1977 - 8 marzo: l' italiano EMILIO COLOMBO (Dc) è eletto, al terzo scrutinio, presidente del Parlamento europeo. Colombo ottiene 85 voti contro i 77 dell' irlandese Yeats. Il giorno dopo il Parlamento europeo elegge i vicepresidenti, tra cui l'italiano Mario Zagari.

1977 - 23 marzo: il Parlamento europeo respinge la mozione di censura presentata contro la Commissione europea dal gruppo gollista per abuso di poteri, per la decisione di modificare il regime di esportazione di burro europeo verso Paesi terzi. Contro la mozione hanno votato 95 parlamentari su 111 presenti.

1977 - 5 aprile: Parlamento europeo, Consiglio e Commissione Cee sottoscrivono una dichiarazione congiunta sul rispetto dei diritti fondamentali.

1977 - 16 giugno: l'Assemblea nazionale francese ratifica l' accordo comunitario per l'elezione del Parlamento europeo a suffragio universale diretto. La Francia era il Paese in cui maggiore era l'opposizione.

1977 - 12 ottobre: Parlamento europeo a favore dell'ampliamento della Cee a Grecia, Spagna e Portogallo.

1977 - 13 ottobre: il Parlamento europeo approva la proposta di riforma del fondo regionale europeo proposta dalla commissione Cee. Le proposte mirano a fare del fondo uno strumento piu' adeguato a risolvere gli squilibri tra le varie zone della Comunitàe prevedono, per il 1978, uno stanziamento di circa 750 miliardi di lire.

1977 - 7 novembre: la Commissione europea, il Consiglio Cee e il Parlamento europeo inaugurano la procedura di concertazione prevista fin dalla primavera del 1975 per gli atti comunitari di portata generale che hanno implicazioni finanziarie di grande rilievo.

1978 - 4 luglio: il Parlamento europeo esprime parere favorevole sulla data delle elezioni dirette, previste per il 7-10 giugno 1979.

1978 - 6-7 luglio - Dopo gli scarsi successi del "Serpente Monetario" (vedi '72) , Francia e Germania in una conferenza a Brema, propongono una cooperazione monetaria attraverso la creazione di un Sistema Monetario Europeo unico (SME). Il 13 marzo del 1979 entra in vigore lo SME.

1979 - 16 marzo - il Parlamento europeo stabilisce che il Consiglio dei ministri della Cee non puo' fissare unilateralmente una modifica delle procedure di bilancio.

1979 - 19 marzo: reso noto il calendario per le prime elezioni dirette del Parlamento europeo; le date stabilite sono il 7 giugno per Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda e Olanda; il 10 giugno 1979 per Belgio, Francia, Germania Federale, Italia e Lussemburgo.

1979 - 10 giugno: il Parlamento di Berlino Ovest nomina i tre deputati berlinesi al Parlamento europeo.
1979 - 10 giugno: In Italia, Belgio, Francia, Germania Federale e Lussemburgo si svolgono le prime elezioni a suffragio universale per il Parlamento Europeo. Vengono eletti 410 membri.

1979 - 17 luglio: prima seduta del nuovo Parlamento europeo, eletto a suffragio diretto. Al secondo scrutinio la francese SIMONE VEIL viene eletta presidente con 192 voti su 377.

1979 - 27 settembre: il Parlamento europeo nomina i suoi primi questori, incaricati di compiti amministrativi e finanziari.

1979 - 16 ottobre: prima espulsione per un parlamentare europeo. A maggioranza, la Commissione per il regolamento e le petizioni, presieduta dal danese KAI NYBORG, decide di espellere dall'aula il deputato italiano Mario Capanna (Dp) per comportamento scorretto. Capanna, per protestare contro la decisione della Commissione di cambiare l' ordine del giorno, ha impedito il dibattito, coprendo con la propria voce gli interventi degli altri.

1979 - 13 dicembre: con 288 voti contro 64 e un' astensione il Parlamento europeo respinge il progetto di bilancio della Cee per il 1980 presentato dal Consiglio dei ministri. Tutti gli eurodeputati italiani hanno votato contro. E' per ora il piu' grave conflitto istituzionale della storia della Cee. Il Parlamento europeo chiede modifiche profonde della politica agricola e il varo di politiche alternative nel settore sociale, regionale, dello sviluppo e della ricerca.

1980 - 19 giugno: il Parlamento europeo approva la direttiva "Seveso" che contiene misure destinate a ridurre i rischi di catastrofi industriali come quella avvenuta a Seveso nel luglio 1976.

1980 - 9 luglio: il Parlamento europeo approva il bilancio della Cee per il 1980 che prevede crediti di impegno per oltre 20.780 miliardi di lire e crediti di pagamento per 18.820 miliardi di lire.

1981 - 12 gennaio 1981: entrano al Parlamento europeo i 24 deputati provvisori della Grecia, designati dal Parlamento ellenico in attesa delle elezioni dirette. Il numero dei parlamentari europei sale cosi' a 434.

1981 - 23 marzo: gli interpreti del Parlamento europeo scioperano per protestare contro l'abbandono della sede di Lussemburgo.

1981 - 26 marzo: il Parlamento europeo approva il progetto di riforma globale del proprio regolamento.

1981 - 8 luglio: il Parlamento europeo approva la "risoluzione Zagari" sulla divisione tra Bruxelles e Strasburgo dei propri lavori. Grande perdente della votazione è il Lussemburgo, finora sede del segretariato dell'Assemblea. Il governo del Lussemburgo presenta ricorso alla Corte di giustizia europea a Bruxelles, contro la decisione

1981 - 18 ottobre: in Grecia elezioni per scegliere i 24 deputati al Parlamento europeo.

1982 - 19 gennaio: al quarto scrutinio, con 191 voti contro 175 il Parlamento europeo elegge presidente il socialista olandese PIET DANKERT. Il giorno successivo sono eletti i 12 vicepresidenti, tra cui Guido Gonella (Dc).

1982 - 17 novembre: il Parlamento europeo si dichiara favorevole all' adesione di Spagna e Portogallo alla Cee a partire dal 1 gennaio 1984.

1983 - 21 febbraio: i ministri degli Esteri della Cee fissano lo svolgimento delle elezioni per il Parlamento europeo tra il 17 e il 20 maggio 1984.

1983 - 12 aprile: il Parlamento europeo approva con 123 voti favorevoli, 27 contrari e 39 astensioni il progetto di "Atto europeo" presentato dai ministri degli Esteri dell' Italia, Emilio Colombo, e della Germania Federale, Hans Dietrich Genscher.

1983 - 7 giugno: il Parlamento europeo non si oppone al ritiro della Groenlandia dalla Cee, deciso con il referendum del 23 febbraio 1982.

1984 - 14 febbraio: il Parlamento europeo approva il progetto di Trattato istitutivo dell' Unione europea (bozza Spinelli) che prevede un effettivo rafforzamento in senso federale dei meccanismi decisionali e delle competenze degli organi comunitari. Sarà sostituito con l'Atto Unico, che il Consiglio della Cee approverà il 3 dicembre 1985 e il 16 gennaio 1987, poi in vigore dal 1 luglio 1987; in esso si promuove il passaggio dalla fase di libero scambio a quello dell'unificazione delle politiche comunitarie e del superamento degli squilibri strutturali. Disattesa la proposta Spinelli.

1984 - 14 giugno: si vota in Gran Bretagna, Olanda, Irlanda e Danimarca per la seconda legislatura del Parlamento europeo ad elezione diretta.
1984 - 17 giugno: si vota in Italia, Francia, Belgio, Germania federale, Grecia e Lussemburgo.

1984 - 24 luglio: nella sua prima riunione, al secondo scrutinio il Parlamento europeo elegge presidente il francese PIERRE PFLIMLIN, che ottiene 221 voti su 403. Tra i vicepresidenti tre italiani: Maria Luisa Cassanmagnago, Mario Dido' e Guido Fanti.

1984 - 13 dicembre: il Parlamento europeo respinge il progetto di bilancio 1985, presentato dal Consiglio dei ministri. I voti contrari sono 319, quelli favorevoli 5, 16 le astensioni.

1985 - 9 maggio: il Parlamento europeo approva il nuovo progetto di bilancio 1985 aumentando il volume di spesa di 887 milioni di Ecu. Tutti i portavoce definiscono il nuovo bilancio una vittoria dell'Europarlamento.

1985 - 11 settembre: l’ italiano ENRICO VINCI e’ eletto segretario generale del Parlamento europeo. Succede al tedesco HANS JOACHIM OPITZ.

1985-1994 - Eletto Presidente della Commissione, JACQUES DELORS (francese) terrà la carica fino al 1995.

1985 - 12 dicembre: il Parlamento europeo approva il bilancio Cee del 1986, che supera di circa 380 milioni di ecu (oltre l' 1%) la cifra massima che il Consiglio era disposto ad accettare.

1986 - 13 gennaio: con l' arrivo di 60 deputati della Spagna e 24 del Portogallo, che entrano a far parte della Comunità Europea, il numero dei membri del Parlamento europeo sale a 518.

1986 - 16 gennaio : il Parlamento europeo approva l’ "Atto Unico europeo" verso il quale esprime pero’ la propria insoddisfazione.
L'Atto Unico è in pratica una riforma del Trattato di Roma del 1957: con esso si cerca di rendere il processo decisionale più agile all'interno della CEE. L'Atto Unico prevede, entro la fine del 1992, la realizzazione dell'abbattimento delle frontiere commerciali e professionali all'interno della Comunità Europea.
L'Atto Unico, sebbene sia un importante momento storico della processo di unificazione europea, non è stato risparmiato da critiche, soprattutto da parte di accesi federalisti come Spinelli stesso ("la montagna ha partorito un topolino"). L'Atto Unico non avrebbe cioè una decisa spinta riformistica e si impegnerebbe unicamente sul fronte monetario ed economico, e non politico. Le forze conservatrici dei vari Paesi imputano a questo progetto europeo un eccessiva burocratizzazione: alla fine degli anni Ottanta sembra non sono pochi gli euroscettici, i quali temono che l'Europa sovranazionale possa diventare un mostro burocratico lontano dagli interessi "locali". Le forze cosiddette "progressiste" invece, da parte loro, vedono nell'Europa che nasce un teatro di operazioni meramente liberiste che rischiano di portare ad una "deregulation" generalizzata dei servizi pubblici e sociali.


1987 - 20 gennaio: al terzo scrutinio, il Parlamento Europeo elegge presidente sir HENRY PLUMB, conservatore britannico. Plumb ottiene 241 voti contro i 236 del socialista spagnolo ENRIQUE BARON CRESPO. Il giorno successivo sono eletti 14 vicepresidenti, tra cui gli italiani Mario Dido' (Psi) Guido Fanti (Pci) e Roberto Formigoni (Dc).

1987 - 10 giugno: in Spagna si svolgono le elezioni per eleggere 60 deputati al Parlamento europeo.

1987 - 19 luglio: in Portogallo si svolgono le elezioni per eleggere 24 deputati al Parlamento europeo.

1988 - 13 aprile: il Parlamento europeo fissa per il periodo 8-11 giugno 1989 la data di svolgimento delle 3� elezioni politiche europee.

1988 - 14 aprile: il Parlamento europeo approva in "prima lettura", con circa sei mesi di ritardo, il bilancio Cee 1988, introducendo emendamenti per circa 500 milioni di ecu alle spese d' impiego (44,67 miliardi di ecu) previste dal Consiglio dei ministri della Comunita'.

1989 - 15 giugno: si vota per il Parlamento europeo in Spagna, Irlanda e Gran Bretagna.
Il 18 giugno si svolgono le elezioni in Italia, Belgio, Danimarca, Olanda, Germania Federale, Grecia, Francia, Lussemburgo e Portogallo.

1989 - 25 luglio : si svolge la seduta di inaugurazione della 3� legislatura del Parlamento europeo. Il regista francese CLAUDE AUTANT-LARA (88 anni) pronuncia il discorso di apertura, come decano dell' Assemblea. Autant-Lara è un rappresentante del Partito di Le Pen e in segno di protesta i deputati dei Partiti socialisti, comunisti e Verdi escono dall' aula fin dall'apertura della seduta. In un secondo momento escono dall aula anche i deputati democristiani, liberali e conservatori. Con 301 voti su 475 il Parlamento europeo elegge poi presidente il socialista spagnolo ENRIQUE BARON Crespo. Il democristiano italiano Roberto Formigoni e' confermato tra i vicepresidenti. Dopo l’episodio di Autant-Lara, il Parlamento decide che il decano presieda la prima Assemblea, ma senza fare interventi politici.

Il 9 novembre 1989, insieme al famigerato MURO DI BERLINO, crollano tutte le strategie europeiste che consideravano come "terreno di operazione" l'Europa occidentale e basta. La Germania si avvia verso quello che sarà il trionfo di Helmut Kohl: la riunificazione della Germania. Un progetto, questo, che in quel preciso momento incontrava più ostruzionismo e diffidenza tra gli alleati occidentali (immortale la battuta di GIULIO ANDREOTTI: "Amo così tanto la Germania che ne voglio due") che da parte della Mosca gorbacioviana. 80 milioni di tedeschi uniti fanno paura, la Germania si avvia a diventare la nazione più potente del continente, dal punto di vista demografico e, soprattutto, economico.
Una nuova Germania riottiene così in poco tempo gli antichi diritti politici, territoriali e militari, e si lancia in una politica di allargamento comunitario ad Est.

1990 - 15 febbraio: il Parlamento europeo respinge a larghissima maggioranza una mozione di censura contro la politica di Jacques Delors, presidente della commissione europea, presentata dal gruppo delle "destre europee", presieduto dal francese Jean Marie Le Pen. E' la prima volta che i deputati europei usano la censura, la piu' incisiva delle armi istituzionali a disposizione del Parlamento europeo.

1990 - 24 settembre: il Parlamento europeo autorizza 18 osservatori dell’ex Germania Democratica ad assistere in forma permanente ai suoi lavori.

1990 - 27 novembre 1990: prima riunione a Roma delle "Assise parlamentari" tra i rappresentanti del Parlamento europeo e quelli dei dodici parlamenti nazionali.

1992 - 14 gennaio: con 253 voti su 446 al primo scrutinio, i deputati del Parlamento europeo eleggono presidente EGON KLEPSCH (Germania federale, Cdu). Tra i 14 vicepresidenti, due italiani, Maria Magnani Noya (Psi) e Roberto Barzanti (Pds).

1992 - 7 aprile: il Parlamento europeo approva con 226 voti a favore, 62 contrari e 31 astensioni il Trattato firmato a Maastricht l' 11 dicembre 1991 dai capi di Stato e di governo della Cee.
Viene stabilita con il trattato la struttura e la
composizione della Banca Centrale Europea.
(vedi qui la storia e i "Compiti della BCE"). Un organismo indipendente e sovranazionale in grado di garantire la stabilità dei prezzi nei Paesi aderenti, una zona monetaria in cui vivono quasi 300 milioni di persone che detengono più di un quinto dei beni e dei servizi dell�intero globo.
Infatti il Trattato prevede l'adozione di una moneta unica entro il 1999; la creazione di una banca centrale comunitaria.
Nello stesso trattato di Maastricht si accenna alla nascita della cittadinanza europea, ed è inoltre prevista una politica estera e della difesa comune.

Dopo l'Atto Unico dell'86, e soprattutto dopo il TRattato di Maastricht, la strategia dei "piccoli passi" e del compromesso tra visione sovranazionale (costituzionalista) e nazionale (unionista) si esaurisce. Anzi, con l'adozione della moneta unica e di una strategia comune di difesa, Maastricht è già un decisivo passo nella visione sovranazionale. L'Europa passa quindi dalla condizione di Comunità a quella di Unione. Il processo decisionale secondo Maastricht prevede la collocazione in posizione dominante del Consiglio. Esso però può agire solo su proposta della Commissione, che è l'organo sovranazionale.

Il Parlamento, in origine meramente consultivo, ha assunto sempre maggiori poteri, soprattutto con l'Atto Unico e con il Trattato di Maastricht. La realizzazione dell'Unione monetaria (UEM) non si raggiunse comunque in modo indolore, ma si dovettero superare diverse diffidenze, come quelle della Gran Bretagna, della Danimarca e della stessa Germania che esitava (comprensibilmente) all'idea di abbandonare la moneta più potente d'Europa, il marco.
Nonostante Maastricht sia indubbiamente un passo decisivo verso la dimensione sovranazionale dell'Unione europea, la piena realizzazione del progetto federalista - come l'avevano pensata uomini come Altiero Spinelli - è ancora di là da venire. Il successivo Trattato di Amsterdam, firmato dai capi di stato e di governo dell'UE il 17 giugno 1997, vuole essere un consolidamento del progetto di Maastricht: piena realizzazione della Comunità europea, politica estera e di sicurezza comune, cooperazione nel settore giudiziario e degli affari interni. Con Amsterdam si sarebbe dovuto completare il progetto europeo di Maastricht: sviluppare, accanto ad una unione monetaria ed economica, una piena unione politica.


1992 - 17 dicembre : con 93 voti favorevoli, 246 contrari e 15 astensioni, il Parlamento europeo respinge una mozione di censura contro la Commissione Cee presieduta da Jacques Delors, accusata di aver oltrepassato il proprio mandato nel negoziato Gatt con gli Usa.

1993 - Ottobre : viene inaugurata la nuova sede di Bruxelles dell’ Europarlamento.

1993 - 1° novembre : entra in vigore il Trattato di Maastricht.

1994 - 4 maggio : il Parlamento europeo ratifica l’ adesione all’ Ue di Austria, Svezia, Finlandia e Norvegia. La Norvegia poi non entrera’ per l’ esito negativo del referendum: vota no il 52,8%.

1994 - 9 giugno : quarta elezione del Parlamento europeo a suffragio universale diretto. Il 9 si vota in Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca e Olanda, il 12 negli altri otto Paesi. Il numero dei deputati sale a 567. I seggi tedeschi aumentano da 81 a 99 tenendo conto dell'unificazione, quelli di Italia, Francia e Gran Bretagna da 81 a 87, gli altri Paesi ‘piccoli’ hanno in totale 13 seggi in piu’. Il nuovo Parlamento e’ il primo con i nuovi poteri previsti dal Trattato di Maastricht.

1994 - 19 luglio : il Parlamento europeo elegge presidente il socialista tedesco KLAUS HAENSCH che ottiene 365 voti su 452 al primo scrutinio. Tra i vicepresidenti gli italiani Renzo Imbeni (Pds) e Alessandro Fontana (Forza Italia). Il decano Otto d’ Asburgo rinuncia a presiedere la riunione per protesta contro il divieto di pronunciare un discorso inaugurale.

1994 - 15-21 luglio : Alla Commissione Europea viene eletto nuovo Commissario il lussemburghese JACQUES SANTER (presidente del Parito Popolare del suo Paese). Succede nella carica al francese JACQUES DELORS da dieci anni alla guida della Commissione

1995 - 1 gennaio 1995: adesione alla Comunità Europea dell'Austria, della Finlandia e della Svezia. Il numero dei deputati del Parlamento europeo sale a 626.

1995 - 14 marzo : Parlamento europeo e Consiglio firmano il Programma Socrate in materia di educazione.

1995 - 26 marzo : entra in vigore la Convenzione di Schengen, che abolisce le frontiere per tutti i cittadini degli attuali sette Paesi firmatari.

1995 - 12 luglio : il Parlamento europeo elegge il finlandese JACOB SODERMAN come ombudsman dell'Unione Europea, figura istituita dal Trattato di Maastricht.

1995 - 17 settembre : dopo l'adesione, in Svezia si vota per il Parlamento europeo.

1996 - 13 ottobre : dopo l'adesione, in Austria prime elezioni per i deputati al Parlamento europeo.

1996 - 20 ottobre : dopo l'adesione, elezioni europee anche in Finlandia.

1997 - 14 gennaio : con 338 voti il Parlamento europeo elegge il nuovo presidente, il popolare spagnolo Jose’ MARIA GIL ROBLES DELGADO. Due italiani tra i vicepresidenti: Renzo Imbeni (Pds) e Guido Podesta’ (Forza Italia). La seduta inaugurale e’ presieduta da Otto d’Asburgo.

1997 - 20 febbraio : con 326 voti contrari, 118 a favore e 15 astenuti e’ respinta una mozione di censura contro la Commissione per lo scandalo della mucca pazza.

1997 - 28 febbraio : per raggiunti limiti di eta’ l’ italiano Enrico Vinci lascia la carica di segretario generale del Parlamento europeo. Gli succede il britannico Julian Priestley.

1997 - 12 marzo : il Parlamento europeo approva una risoluzione per la messa al bando della clonazione di esseri umani.

1997 - 19 novembre : l’ Europarlamento approva il Trattato di Amsterdam, firmato il 2 ottobre dai ministri degli Esteri dei Quindici. La nuova carta fondamentale dell’ Unione europea non suscita entusiasmi, ma aumenta i poteri del Parlamento europeo.
Le decisioni fondamentali per realizzare pienamente gli Stati Uniti d'Europa sono ancora all'orizzonte. Le riforme istituzionali segnano il passo. Molte decisioni in campo ambientalistico, di sicurezza sociale, fiscalità, industria devono regolarmente essere prese dopo accettazione all'unanimità da parte di tutti i Paesi.

1998 - 30 aprile : il Parlamento europeo approva la proposta della Commissione che fissa a 11 il numero dei Paesi che fanno parte dell’ Euro dall’ 1 gennaio 1999. Il Regno Unito non ne entra a far parte.

a17mag9a.jpg (10856 byte)

 

1998 - 1° MAGGIO -  Il giorno più lungo. A Bruxelles riunione degli 11 Paesi per il solenne battesimo della moneta unica europea. Il Parlamento vota 467 a favore, 65 contrari, 24 astenuti. Paesi ammessi: Irlanda, Spagna, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Francia, Austria, Belgio, Finlandia, Portogallo Un addio alle rispettive monete: Sterlina irlandese, Peseta spagnola, Marco tedesco, Lira italiana, Fiorino olandese, Franco francese, Scellino austriaco, Franco Belga, Marco finlandese, Escudo portoghese.
Il vertice discute.

EURO

vedi ( LA BANCA CENTRALE EUROPEA - STORIA E STRUTTURA)

1998 - 2 MAGGIO  -  Ore 15: vertice nel caos. Dopo un buon avvio dei lavori nella mattinata, con i capi di governo euforici, durante il pranzo riemergono e s'infiammano i nazionalismi di due Paesi, Francia e Germania. Le discussioni si fanno accese e saltano tutte le riunioni del pomeriggio. Cruciali gli scontri per la presidenza della Banca centrale europea tra i due unici protagonisti chiusi dentro una stanza: CHIRAC e KOHL, mentre tutti gli altri fuori della porta ad aspettare fino a tarda notte i due "grandi" con la loro decisione che è stata subito definita un "pateracchio", una "staffetta". Il compromesso finale é quello che il tedesco DUISENBERG guiderà la Banca quattro anni, fino al 2002, poi gli succederà (quando entrerà in vigore la moneta) il francese TRICHET con il pieno mandato di otto anni.
Si é scritto che sono state dodici ore di scontro: un secolo di storia e tardive (ataviche e recenti) riparazioni di guerra erano infatti "concentrati" tra i due Paesi.

Finito l'incontro al cardiopalmo, é iniziato il tiro incrociato degli europarlamentari tedeschi che considerano una mezza sconfitta la soluzione di Kohl, fra l'altro presa contro il parere della Bundesbank. Forte il dissenso in Germania, dell'opposizione, degli industriali, della stampa e di due tedeschi su tre; questi ultimi già scettici su Euro e con tanta nostalgia del rimpianto Marco. Lo stesso Chirac con la mezza vittoria ha fatto fatica anche lui a tenere a bada le polemiche degli scontenti in Francia.

Alcuni l'hanno chiamata maliziosamente la "DIVINA COMMEDIA" dell'Europa:
Un Paradiso per pochi ricchi
Un Purgatorio per molti
Un Inferno per i poveri



1998 - 3 MAGGIO   - Reazioni nel mondo sulla nascita di Euro. Mentre in Italia si festeggia, in America Clinton non ne parla nemmeno, ignora l'argomento. - PAUL SAMUELSON il decano Nobel di Economia e professore al MIT, ha invece così commentato: "Non é ancora chiaro che cosa succederà a questi undici Paesi che resteranno diversi, per lungo tempo, pur avendo la stessa moneta. Ad esempio se l'Italia o Spagna si troveranno ad aver bisogno di uno stimolo macro economico ma la Germania o l'Olanda no, che cosa accadrà, come si comporteranno? Negli Usa non esiste questo problema la gente si sposta da uno Stato all'altro, dalla Virginia alla California, non ci sono differenze di lingue e culturali che ostacolano la mobilità della forza lavoro. In Europa invece esiste questo problema."
Esclusa l'Inghilterra, infatti, in Gran Bretagna a quanto pare gli 11 Paesi sono "stranieri". LA MONT: "Dannoso per noi adeguarci a culture straniere (!!). Dio salvi la sterlina. Il governo spetta ai politici e non ai tecnocrati magari brillantissimi e capaci. Un livello basso di Euro potrebbe avere effetti inflazionistici, un livello alto finirebbe con l'acuire la crisi delle regioni più povere". Gli inglesi rimarranno alla finestra a guardare: se va bene entreranno nell'Euro e l'Europa ne sarà felice, se va male felici saranno loro che non hanno aderito.

L'assurdo per gli americani é che il padrino del battesimo dell' Euro é un Paese che non fa parte degli 11: l'Inghilterra; ed é ancora più paradossale che saranno proprio gli inglesi a Londra che concentreranno le attività di negoziazione dei titoli e dei relativi derivati della moneta "straniera" (gli Euro). Gli americani questi due paradossi non li hanno per nulla capiti e hanno molto ironizzato sulla stampa. GALBRAITH il celebre economista, é stato ancora più caustico "L'intesa é solo una prova della vanità dell'Europa, convinta di poter ridiventare il centro del mondo". Sarebbe come voler affidare il rifornimento e la contabilità di un ipermercato a un altro ipermercato che gli sta di fronte (l'Inghilterra).

I "guru" dell'economia, fanno a gara a fare discorsi demagogici: prevendono, promettono, sono sicuri, che ogni europeo con la moneta unica pagherà le merci allo stesso prezzo. Si narra che alcuni imprenditori e molti commercianti si siano messi a ridere sotto i baffi.

EUROSHOW in Italia, a Roma in Campidoglio e in TV per festeggiare l'ingresso nell' Euro. Poi il discorso e la frase storica di Prodi in Tv: "Abbiamo portato l'Italia in Europa, adesso nostro compito é quello di portare l'Europa in Italia" e avverte gli scettici che vedono solo l'Europa fatta di banchieri e monete: "é fatale che poi si approdi all'unità politica" (Agnelli è però scettico, la prevede, sempre che vada tutto bene, solo dopo una generazione. Cioè fra 25 anni!).
Altri italiani scettici non si sono uniti ai trionfalismi : certe cose -dicono- riascoltate dopo molti anni, se poi dovesse andare male, potrebbero apparire ridicole e sicuramente amare pensando a quanto é costato all'Italia questo "ingresso" : migliaia di miliardi per ora, e nessuno si azzarda a fare previsioni per il futuro e quanti sacrifici occorreranno ancora. Molti non si sono resi conto che l'Euro é la tomba dell'assistenzialismo da decenni tanto caro a tutti i governi e àncora di salvezza di tanti grandi imprenditori d'Italia . E che é anche la FINE delle tante svalutazioni della Lira per aiutare solo i comparti industriali di un paio di potenti Signori del Nord. Oltre ai dazi che riuscivano a imporre sulle merci estere (nelle auto perfino il 40%).

Scrive a tale proposito Turani, "Scomparirà l'assistenzialismo tanto caro all'Italia, l'imprenditore scansafatiche e inefficiente, ma sempre con tanti i "santi" al vertice delle autorità monetarie e di governo. Quell'imprenditore che si era abituato a premere (o meglio a ricattare) il governo, i ministri e le istituzioni perché fosse periodicamente svalutata la lira per riconquistarsi sui mercati esteri la competitività perduta. Un tipo d'imprenditoria incapace di tenere sotto controllo i costi di produzione, che rimaneva nei settori a più alta concentrazione di manodopera, e non rinnovava abbastanza in fretta, e accumulava inefficienza su insufficienze, perché tanto nel giro di qualche mese sarebbe arrivato puntuale il nuovo (concordato) scivolone della lira per riportarlo a galla. Un soggetto che nell'Unione Europea, quando i "giochetti" sulla lira saranno finiti e non ci sarà più nulla da svalutare, scomparirà e rimarrà solo chi sarà veramente efficiente".
Altri pessimisti affermano che ci sarà una svalutazione strisciante; un potere di acquisto che nel giro di un paio d'anni sarà dimezzato. Che tutto ciò che in Italia costava mille lire, costerà 1 Euro (cioè 2000 delle vecchie lire). Ma dato che questi allarmi giungono dai pessimisti, nessuno li ascolta, cosicchè la giungla dei prezzi diventa normale.

13 maggio 1998: il Parlamento europeo approva la nomina di Duisenberg alla presidenza della Banca Centrale Europea.

14 gennaio 1999: con 293 voti contrari, 232 a favore e 27 astensioni, il Parlamento respinge la mozione di censura contro la commissione Santer. Respinta anche una risoluzione che chiedeva le dimissioni di due commissari.

2 gennaio 2001 : la Grecia, come 12mo Paese entra a far parte dell'Unione Europea. Nel 2003 assumerà la semestrale presidenza del Consiglio della medesima, cedendola poi il 1° Luglio 2003 all'Italia.
Il MILLENNIO si chiude con inaspettati e cruenti conflitti ai confini dell'Europa. L'ultimo intervento armato contro Milosevic ha drammaticamente posto all'attenzione dell'opinione pubblica europea e mondiale le difficoltà di un'autonomia nel settore difensivo dell'UE.
Il coordinamento NATO e la "regìa" degli Stati Uniti d'America appaiono ancora elementi dai quali è impossibile prescindere.

1° gennaio 2002 - L' EURO entra in circolazione come unica moneta a corso legale nei 12 Paesi aderenti alla Comunità Europea, che ricordiamo sono: Austria, Belgio, Spagna, Portogallo, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia.

14 settembre 2003: si svolge in Svezia un referendum per l'adesione all'Euro. La maggioranza si esprime contro l'adesione.

2003 - dai primi mesi del 2002 avvengono negoziati per l'adesione alla Comunità di altri Paesi.

9 aprile 2003 le Commissioni incaricate approvano la futura adesione all'Unione Europea degli Stati che ne hanno fatto richiesta: Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Cipro, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia, Slovacchia. Più sofferta l'esame sulla richiesta della Turchia. Qualche perplessita per la richiesta di Israele.

1 maggio 2004 - Un Primo Maggio storico - LE NUOVE SFIDE DELL’EUROPA A 25

Un’Unione europea più ampia, alle prese però con nuovi problemi da definire. Questi i nuovi equilibri dell’Unione europea dopo l’adesione di dieci nuovi stati avvenuta lo scorso Primo Maggio.

Infatti, nella data simbolo della Festa dei Lavoratori, dieci nuovi stati hanno aderito all’Ue: Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Lituania, Lettonia, Estonia, Malta e Cipro. Sono questi i nuovi partner europei che fanno salire a 25 il numero degli stati membri dell’Ue. Un Primo Maggio che resta nella storia, quello del 2004, perché segna il più grande allargamento della storia dell’Unione e che ne porta i cittadini a quota 470 milioni. Alto dato significativo è che l’Unione si allarga ad Est. Secondo una lettura tipicamente liberalconservatrice si tratterebbe della riunificazione dell’Europa occidentale con quella orientale, rimasta separata perché per troppi anni guidate dai regimi del cosiddetto socialismo reale. Una lettura che si scontra con la stessa storia europea: se infatti è vero che il processo di ampliamento (e in questo senso anche di riunificazione) è iniziato proprio con la crisi del blocco sovietico e con la caduta del muro di Berlino, è altrettanto vero che i territori corrispondenti ai nuovi dieci stati membri non avevano mai fatto parte di nessuno dei secolari tentativi di unificazione del Vecchio Continente: né di quello carolingio, né di quello napoleonico. Per la prima volta (e senza le forzature di cui furono caratterizzati gli esempi storici citati) l’Europa guarda ad est, superando divisioni e diffidenze ben precedenti a che scendesse quella Cortina di Ferro che per oltre mezzo secolo ha diviso il mondo. Sta proprio in questo punto la novità di quanto avvenuto il Primo Maggio scorso. Un’Europa più larga e più forte che apre a nuovi cittadini la prospettiva di quel benessere che da sempre contraddistingue l’occidente. E sta proprio in questa gestione del benessere la prima questione delicata di questa fase politica. Il più ricco dei nuovi stati (Cipro) ha un reddito medio e un Pil più basso del più povero dei vecchi partner (la Grecia). Come coniugare questa situazione? A questo si aggiunge che l’entrata di nuovi stati imporrà una nuova distribuzione delle quote degli aiuti comunitari, soprattutto in materia agricola. A grandi linee è facile prevedere che parte delle risorse fino ad ora destinate alle aree depresse di Spagna e Italia verranno dirottate sulla Polonia. Come far sì che questo avvenga senza troppi sconquassi e senza che ne traggano vantaggio i movimenti xenofobi in occidenti (all’insegna del “I nuovi partner ci impoveriscono”) e quelli antieuropeisti in oriente (con lo slogan “I nostri sacrifici per aderire alla Ue non sono stati ripagati”)? I quesiti sono sul tavolo, la risposta ancora no. Risposta che deve arrivare dalla politica, una politica che deve essere capace di calmierare e equilibrare le richieste e le risorse in modo da non creare troppe disilussioni tra le nazioni.

Ma perché questo avvenga è necessario che si risolva il vero problema rimasto insoluto: dotare l’Unione europea di un forte e funzionale assetto istituzionale, partendo dall’approvazione della Costituzione europea. Un atto che è già stato scritto da un’apposta commissione, ma che, nei mesi scorsi, non si è riusciti a far sottoscrivere da tutti gli stati. Sono prevalsi gli interessi di alcuni stati e la Presidenza di turno italiana non è riuscita a superarli. È andato in scena quello che Giuliano Amato ha efficacemente chiamato “Il gioco dei mercanti”, ossia al tavolo delle trattative, sempre secondo Amato “è mancata l’Europa”. Un’impasse da superare al più presto per dotare l’Europa di quegli strumenti politici per far sì che l’allargamento sia il più vantaggiosa possibile per tutti, vecchi e nuovi stati che siano. Un obiettivo che è puramente politico: ossia la necessità per le istituzioni politiche europee (Governi nazionali, istituzioni comunitari e partiti politici) di dimostrare quella capacità di sintesi e di bilanciamento dell’interesse generale con quello delle singole nazioni. Una possibilità che è a portata di mano a condizione che ci sia la volontà politica. Solo così, utilizzando un’espressione abusata, ma sempre valida, l’Europa smetterà di essere un gigante economico e un nano politico e potrà affrontare gli altri allargamenti che si prospettano già a partire dai prossimi anni con Romani, Bulgaria e Croazia già in lista d’attesa per entrare nell’Unione.

I presidenti dell' Assemblea comune.....

Paul-Henri Spaak 1952-1954
Alcide De Gasperi 1954
Giuseppe Pella 1954-1956
Hans Furler 1956-1958

... poi presidenti del Parlamento Europeo

1958 - 1960 Robert Schuman Dopo le elezioni a suffragio universale
1960 - 1962 Hans Furler 1979 - 1982 Simone Veil
1962 - 1964 Gaetano Martino 1982 - 1984 Peter Dankert
1964 - 1965 Jean Duvieusart 1984 - 1987 Pierre Pflimlin
1965 - 1966 Victor Leemans 1987 - 1989 Lord Plumb
1966 - 1969 Alain Poher 1988 - 1992 Enrique Baròn Crespo
1969 - 1971 Mario Scelba 1992 - 1994 Egon A. Klepsch
1971 - 1973 Walter Behrendt 1994 -  1997 Klaus Haensch
1973 - 1975 Cornelis Berkhouwer 1997 - 1999 Josè Maria Gil-Robles
1975 - 1977 Georges Spènale 1999 - 2001 F. Fontaine
1977 - 1979 Emilio Colombo 2002 - - - - P.Cox

PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE

1958 - 1967 W. Hallstein (Germ. Occ) 1977 - 1980 R. Jenkins (R. Unito)
1967 - 1970 I. Rey (Belgio) 1981 - 1984 G. Thorn ( Lussemburgo)
1970 - 1972 F.M.Malfatti (Italia) 1985 - 1994 J. Delors (Francia)
1972 - S. Mansholt (P. Bassi) 1995 - 1999 J. Santer (Lussemburgo)
1973 - 1976 F. X. Ortoli (Francia) 2000 - - - - - R. Prodi (Italia)

 

LE ELEZIONI EUROPEE IN ITALIA

anno

DC PCI PSI VERDI MS-AN PLI-PRI PSDI PR DP VARIE
10-6-79 36,4 29,6 11,0 - 5,5 6,2 4,3 3,7 0,7 2,6
17-6-84 33,0 33,3 11,2 - 6,5 6,1 3,5 3,4 1,4 1,6
18-6-89 32,9 27,6 14,8 6,2 5,5 4,4 2,7 - 1,3 4,6

.
  FI AN DS PPI LEGA N RC SEGNI VERDI PANN PSI-AD VARIE
12-6-94 30,6 12,5 19,1 10,0 6,6 6,1 3,3 3,2 2,1 1,8 4,7
13-6-99 25,2 10,3 (1) 17,3 4,2 4,5 4,3 (3) - (5) 1,8 8,5 (2) 2,2   (4) 3,4
6-2004 21,0 11,5 31,1 - 5,.0 6,1 0,5(6) 2,5 2,3(7) 2.00(8) 2,6

(1) Assieme a Segni (totale precedente dei 2 partiti 15,8)
(2) Radicali, ora lista Bonino
(3) Separati dai Comunisti PDCI che hanno preso il 2,0

(4)
Socialisti Dem. 2,2 (senza Ad e Psdi)
(5) vedi AN
NUOVO NEL 99 - I Democratici (Prodi-Di Pietro) con il 7,7
CCD il 2,6 - il CDU il 2,2
Mov. Soc. Fiamma Tricolore 1,6
SDI 2,2 - UDEUR 1,6
(6) Segni-Scognamiglio
(7) Bonino
(8) Socialisti uniti (De Michelis)
(*) L' UDC, della CdL, nelle elezioni 2004, correndo da solo ha ottenuto un non trascurabile 5,9 %.

____________________________

I GRUPPI DELLE GRANDI FAMIGLIE POLITICHE EUROPEE
( i rispettivi seggi nel Parlamento 1999-2004 )

PPE - DE - Gruppo del Partito popolare europeo (democratici cristiani); (232)
PSE - Gruppo del Partito del socialismo europeo; (175)
ELDR - Gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori; (52)
GUE-NGL- Gruppo conf.le Sinistra unitaria europea/ Sinistra verde nordica; (49)
V-ALE - Gruppo Verde e Alleanza libera europea; (44)
UEN - Gruppo Unione Nazioni Europee; (23)
EDD - Democrazia delle Diversità Europea (18)
Gruppo dell'Alleanza radicale europea e Non iscritti (31)

LA RIPARTIZIONE DEI  626 SEGGI DEL PARLAMENTO EUROPEO (1999-2004)
STATO - NUMERO SEGGI - SUPERFICIE KMQ (x 1000) - POPOLAZIONE (x 1000)

STATO SEGGI KMQ (1) POP STATO SEGGI KMQ (1) POP
ITALIA 87 301 57,1 GERMANIA 99 357 81,2
FRANCIA 87 551 57,6 PORTOG 25 89 9,9
GRECIA 25 132 10,4 FINLAND 16 338 5,1
SPAGNA 64 503 39,1 BELGIO 25 31 10,1
PAESI B. 31 32 15,3 LUSSEMB 6 2,5 0,4
REGNO U. 87 244 58,0 AUSTRIA 21 84 7,9
DANIMAR 16 43 5,2 IRLANDA 16 70 3,6
SVEZIA 22 444 8,7        
confronto
Europa
USA
STATI EUROPA 3337 368,7
STATI UNITI 9373 258,3

PARLAMENTO 2004-2009
CON I 10 NUOVI PAESI ENTRATI NELL'UNIONE NEL MAGGIO 2004
(alle urne 350 milioni di cittadini - votanti 159,3 milioni (44,6%)
L'affluenza alle urne nei vecchi 15 Paesi 49,1% - Nei 10 nuovi Paesi 26,7% - In Italia 73,1%


con i nuovi 10 Paesi, da 626 seggi il nuovo Parlamento ha ora
732 SEGGI

così distribuiti nei vari partiti (in parentesi quelli precedenti già visti sopra)
PPE - DE - Gruppo del Partito popolare europeo (democratici cristiani) 276 (232)
PSE - Gruppo del Partito del socialismo europeo 200 (175)
ELDR - Gruppo del Partito europeo dei liberali democratici e riformatori 67 (52)
GUE-NGL- Gruppo conf.le Sinistra unitaria europea/ Sinistra verde nordica 39 (49)
V-ALE - Gruppo Verde e Alleanza libera europea 42 (44)
UEN - Gruppo Unione Nazioni Europee 27 (23)
EDD - Democrazia delle Diversità Europea 15 (18)
Altri 66 (31)

La distribuzione dei seggi nei singoli 25 Paesi
è in via di formazione

Vedi anche 

EUROPA - PRIMA ERA UTOPIA  > > >


CRONOLOGIA GENERALE      TAB. PERIODI STORICI E TEMATICI

ALLA PAGINA PRECEDENTE


aggiornate - se non l'abbiamo già fatto

copy.jpg (466 byte)Francomputer  (GIUGNO 2004)