Abbiamo visto prima, nelle altre pagine - "Socialismo in Tribunale" , quando nel 1892 sulla base di un programma ispirato al marxismo sorse il Partito dei Lavoratori Italiani (nel 1895 assumerà il nome di Partito Socialista Italiano) . Poi com'è noto, il 21 gennaio 1921, al congresso di Livorno dei Socialisti, per la scissione dell'ala sinistra di questo, si costituì il Partito Comunista Italiano, ma con gli stessi problemi; infatti anche questo si divide in tre correnti: massimalisti comunisti puri da una parte (Gramsci e C.), riformisti dall'altra (Turati e C.), e in mezzo i massimalisti comunisti unitari (Serrati e C.).


Nello stesso periodo il fascismo si rafforzava e reciprocamente fra la sinistra e i fascisti nel cosiddetto "biennio rosso" iniziava una stagione di violenze . Questo drammatico clima l'abbiamo riportato integralmente nella "Inchiesta socialista delle violenze fasciste", documento presentato da GIACOMO MATTEOTTI (440 pagine digitalizzate con immagini e resoconti di cronaca di tutte le città). Dopo questa denuncia (quindi non solo quella che Matteotti fece più tardi in Parlamento sui brogli elettorali) a Matteotti la resa dei conti con l'ala estrema del fascismo venne più tardi, con la sua eliminazione.


Tuttavia nell'ottobre 1922 appena giunto il fascismo al potere, nessuna disposizione era stata promulgata che impedisse al Partito Comunista di esistere o di funzionare. Ma notoriamente i capi del nuovo governo e i "ras" di provincia, fecero subito intendere che con un mezzo o con l'altro, si sarebbe impedito che un movimento comunista sopravvivesse alla nuova situazione. Tendelzialmente fu pubblicato che il Partito Comunista Italiano si era sciolto. Si riferì pure che il capo del fascismo e del nuovo governo aveva detto dei comunisti: "O tutti in galera o tutti in Russia". Mussolini, dopo il suo famoso discorso "del bivacco" ( 16 novembre) sperò che tutti i capi comunisti invitati al IV congresso mondiale indetto a Mosca nello stesso novembre 1922, non avrebbero fatto più ritorno in Italia. Invece i delegati esaurito il proprio mandato a Mosca, all'inizio del 1923 non solo rivarcarono la frontiera italiana, ma si portarono dietro e iniziarono a diffondere un manifesto dal titolo "La lotta contro il fascismo italiano", diretto agli operai e contadini di tutti i paesi.


I fascisti scoprendo il contenuto - particolarmente studiato dalla Internazionale - ebbero le prove che il movimento comunista italiano, non solo in Italia continuava a vivere, ma prendeva dal Partito e dalla Internazionale ordini, speciali misure e finanziamenti per sostenere la lotta del proletariato italiano e per combattere il fascismo.
A questo punto il governo fascista e i suoi organi di polizia si avvalsero di tutti i mezzi per paralizzarlo.


Il pretesto, per fare molti arresti, fu quello che se nelle perquisizioni veniva trovato il "manifesto", si procedeva subito all'arresto e si era deferiti all'autorità giudiziaria "...per attentato alla sicurezza dello Stato", accusati di "...cinicamente spargere nel paese il seme della guerra civile, eccitando all'insurrezione violenta contro i poteri dello stato; una trama da qualche tempo ordita dai dirigenti la Terza Internazionale di Mosca, con la piena intesa e il concorso dei principali esponenti del Partito Comunista in Italia, contro il governo nazionale e contro la compagine stessa delle nostre istituzioni".


De Bono Ministro dell'Interno diramò a tutti i prefetti del Regno l'ordine di arrestarli, e aggiungeva in fondo che anche "gli arresti non ritenuti responsabili di reato, (sic!) dovranno essere con urgenza inviati telegraficamente a questo ministero gli elenchi dei nominativi".






La notizia fu data dalla Agenzia ufficiale "Stefani" con il seguente comunicato, riportato da tutta la stampa italiana il 6 febbraio 1923 (il 2 avevano già arrestato Piero Gobetti, il 3 Amadeo Bordiga, altri 72 segretari federali e 41 segretari delle organizzazioni giovanili); comunicato che qui integralmente riproduciamo:

In questi giorni sono stati arrestati qua e là, in diverse città d'Italia, alcune decine di comunisti. Le misure di rigore adottate dal Governo si devono ad un violento ed ignobile manifesto pubblicato dal Comitato Esecutivo dell' Internazionale Comunista sotto la ispirazione di comunisti italiani. Vale la pena di far conoscere questo documento dove la menzogna, la calunnia e la sobillazione vanno di pari passo.

È già difficile poter ingannare con documenti l'opinione pubblica internazionale che conosce il Fascismo, ma è impossibile turlupinare il popolo italiano che ha dato al Fascismo le migliori energie e che si raccoglie nei sindacati e nell'organizzazione politica del Fascismo in masse sempre più imponenti.

In seguito a questo documento tutti gli arrestati di questi giorni saranno deferiti all'autorità giudiziaria per attentato alla sicurezza dello Stato.

Il Governo fascista è deciso a spezzare la schiena a questi ultimi mistificatori della buona fede dell'opinione pubblica internazionale. A dimostrare la necessità di queste misure basterà il fatto che il signor Amadeo Bordiga, arrestato a Roma, è stato trovato in possesso di sterline inglesi per una somma di lire italiane 240 mila.

È certo che il popolo italiano appoggerà le misure che il Governo ha preso e prenderà contro i superstiti dei naufragio bolscevico che nutrono ancora delle vane stolte illusioni.
Ne è da escludersi che la parte dei dirigenti comunisti della Terza Internazionale in queste mene antifasciste abbia ripercussione sui rapporti fra i due Stati.


« II manifesto cha è diretto agli operai ad ai contadini italiani e di altri paesi è il seguente:


« La lotta contro il Fascismo italiano »

« Dopo due anni di saccheggi, di incendi e di assassinii ai danni della classe operaia, i fascisti si sono impadroniti dei potere statale in Italia. Il regime parlamentare è abolito, la libertà di stampa, perfino nei giornali borghesi semi liberali, è soppressa. Tutto il potere legislativo, esecutivo e giudiziario è concentrato nelle mani di una piccola cricca capeggiata da Mussolini, chiamantesi Gran Consiglio e sorretta da una guardia di pretoriani di centomila uomini; per gli operai ed i contadini è abolito ogni diritto civile, per i fascisti, ogni sanzione penale.

« Tutti i diritti, tutte le libertà civili e politiche sono soppressi per la classe operaia. Il diritto di riunione e di organizzazione ed internazionale è abolito.
« I beni e gli averi dei lavoratori sono esposti alla distruzione ed al saccheggio. Si devastano le abitazioni dei proletari, s'incendiano e si occupano con la violenza gli edifici delle loro cooperative, dei loro sindacati e delle loro organizzazioni politiche. I migliori elementi della classe operaia vengono impunemente bastonati, arrestati, uccisi ; le loro donne violentate, i vecchi e i fanciulli uccisi. A ciò si aggiungono, per completare il quadro, le feroci condanne che i tribunali infliggono ai lavoratori, quando questi si difendono. l fascisti invece sono autorizzati a commettere i più turpi delitti, le più feroci violenze. Per essi non esiste invece altra norma che il proprio arbitrio.
« ll terrore trascende ogni limite. Così si presenta il regime di arbitrio e di assassinio che è stato imposto all'Italia.

« Compagni lavoratori! La situazione presente in Italia vi offre un quadro di ciò che domani può verificarsi nel vostro paese, se voi non ponete un argine al dilagare dei Fascismo e non lo distruggete dove esso si è affermato. Le condizioni speciali dell'Italia danno colà al Fascismo una forza particolare. Ma le cause dell'origine del Fascismo e del suo sviluppo non sono una particolarità dell'Italia, ma sono in fondo comuni a tutti i paesi. La crisi mondiale del capitalismo reca in sè il germe di uno sviluppo del Fascismo su scala mondiale. In tutti i paesi esiste una piccola borghesia colpita dalle conseguenze della guerra e disillusa, la quale si attende, sebbene invano, dal Fascismo la sistemazione ed il miglioramento delle sue condizioni di vita, precarie ed instabili.

« Vi è inoltre la grossa borghesia agraria ed industriale che sovvenziona direttamente il Fascismo e lo appoggia per mezzo del suo apparato statale. Ed è appunto su questa base che il Fascismo si è sviluppato ed ha vinto anche in Italia. Per ristabilire l'economia capitalistica, sconvolta dalla guerra imperialista, la borghesia internazionale non solo tende a ridurre le condizioni di esistenza della classe operaia ai limiti della miseria e della fame, ma tende anche a distruggere nella coscienza e nella volontà dei lavoratori ogni possibilità ed ogni desiderio di rivolta. Questo scopo essa cerca di raggiungere per mezzo del Fascismo, che si sviluppa parallelo all'offensiva antiproletaria del capitale ed in stretta connessione con essa, che ne rappresenta l'ultima fase.

« La violenza e l'assassinio, la fame e la miseria sono i mezzi di cui si serve il Fascismo per terrorizzare le masse operaie, per distruggere le loro organizzazioni di classe e per ridurle in uno stato di inaudita schiavitù. Il Fascismo non lotta contro questa o quella tendenza politica della classe operaia, ma contro l'intera classe, poiché soltanto in uno sfruttamento intensivo e nell'assoluto asservimento politico di tutti i lavoratori la borghesia scorge la possibilità di una ricostruzione capitalistica.

« Il Fascismo rappresenta altresì il nazionalismo esasperato. Il Fascismo aumenta le forze militari, intensifica le aspirazioni imperialiste e provoca dovunque conflitti politici. La guerra imperialista è uno dei capisaldi programmatici del Fascismo e quindi il suo dominio deve condurre a nuove carneficine imperialistiche nelle quali esso darà prova della stessa efferatezza con cui conduce la guerra sociale. Il Fascismo tende a diffondersi in una serie di paesi per risolvere la crisi mondiale del capitalismo a spese della classe operaia. Già si scorgono fenomeni fascisti in Ungheria, in Germania, in Polonia, ecc. I Governi europei fraternizzano col Fascismo. Ciò sta a dimostrare che il pericolo è serio ed imminente e che s'impone urgentemente un'azione del proletariato internazionale.

« Compagni, operai e contadini! Per estirpare questo flagello e per liberare il proletariato italiano dalla sanguinosa oppressione fascista è necessaria da parte vostra una sollecita azione di difesa e di solidarietà. Le vostre proprie classi dominanti ed i vostri Governi sono corresponsabili dei delitti del Fascismo italiano. Senza il loro consenso la dittatura dell'orda fascista non avrebbe potuto svilupparsi nè vincere.

« Voi dovete raccogliere tutti gli elementi per attuare un completo blocco morale contro l'Italia fascista. Alla vostra borghesia ed ai Governi dovete dare una prova della vostra inflessibile volontà e dovete tendere ad isolare con tutti i mezzi lo Stato ed il Governo fascista.

« Fin quando la classe operaia italiana non sarà liberata dall'arbitrio, dalla follia vandalica, dalla violenza criminosa degli scherani della borghesia, gli operai di tutti i paesi dovranno considerarsi mobilitati e dovranno condurre una guerra spietata contro coloro che sono direttamente ed indirettamente responsabili del banditismo fascista. In tutti i paesi. Nelle città e nelle campagne, si devono organizzare grandi manifestazioni, alle quali saranno chiamati a partecipare tutti gli operai e tutti i contadini senza distinzione alcuna. I rappresentanti esteri dello Stato fascista italiano devono sentire quanto sdegno e odio le masse operaie nutrano contro i carnefici dei loro fratelli. Tutti gli atti, tutti i passi ufficiali dello Stato fascista devonsi accogliere con manifestazioni di esecrazione da parte delle masse. Gli emigranti, i profughi italiani all'estero saranno certamente all'avanguardia contro l'atroce tirannia che infuria nel paese che essi dovettero abbandonare per sottrarsi alla fame ed al pugnale delle camicie nere.

« L'Internazionale Comunista e l'Internazionale dei Sindacati Rossi hanno deliberato d'accordo tutta la loro solidarietà politica, morale e materiale a quest'azione del proletariato mondiale contro il Fascismo. A questo scopo è stato già costituito un fondo internazionale per la lotta contro il Fascismo ed istituiti gli organi necessari per dirigere questa lotta. Ma bisogna che tutte le organizzazioni politiche sindacali e cooperative, insomma l'intero proletariato mondiale, s'impegnino in quest'opera ed apprestino i mezzi necessari per la vittoria. Bisogna approntare le forme adeguate d'organizzazione e di lotta contro ogni conato d'organizzazione fascista in qualunque paese.

« Operai di Francia, di Germania, d'Inghilterra, d'America e di tutti gli altri paesi ! Combattendo contro il Fascismo italiano voi combattete per la vostra libertà e dimostrerete alle classi dominanti che voi non permetterete mai che il dominio dell'arbitrio e dell'assassinio, come lo deve sopportare l'Italia, si diffonda negli altri paesi. Tendete tutte le vostre forze per schiacciare l'avanguardia del Fascismo internazionale, il Fascismo italiano!
« Evviva l'eroica classe lavoratrice italiana! Evviva la solidarietà dei lavoratori di tutti i paesi! Abbasso i carnefici fascisti!
« Il Comitato esecutivo dell'Internazionale Comunista. L'Ufficio esecutivo dell'Internazionale dei Sindacati rossi.

« Mosca, gennaio 1923 ».



L'iniziativa passa ora nelle mani dell'autorità di P.S. e del governo.


Agenzia "Stefani" 6 febbraio 1923


Fra gli arrestati:


Antonio Gramsci, Amadeo Bordiga, Angelo Tasca, Umberto terracini, Ruggiero Grieco,
Giuseppe Berti, Edoardo D'Onofrio, Teodoro Sila, Giuseppe Dozza, Giovanni Germanetto,
Isidoro Azzario, Giuseppe Vota, Mario Viazzoli, Giusto della Lucia, Ennio Gnudi, Paolo Setti,
Arturo Vignocchi, Amleto Tibaldi, Guido Gilberti, Beatrice Ligabue, Sneraldo Presutti,
Lino Leone, Giovanni Di Tullio, Giuseppe Basile, Francesco Introna, Fortuna La Camera,
Francesco Morabito, Pietro Pizzuto, Gaspare Di Gaetano.
tutti con l'accusa di "associazione per delinquere. art. 251 C.P."


L'intero procedimento contro i comunisti italiani che presentiamo, con l'intero acceso dibattito che si svolse nelle aule dell'11ma Sezione del Tribunale Penale di Roma, interessa per motivi che non occorre sottolineare dal punto di vista del critico storico come da quello del combattente politico. Nelle accuse traspira il "clima" persecutorio dei seguaci della nuova ideologia fascista verso la sinistra;


Nelle difeseinvece c'è un esempio di particolare resistenza allo stesso clima persecutorio, rivendicando gli accusati l'integrità del loro bagaglio ideale.


Non è quindi una lettura dilettevole, ma una preparazione a ben conoscere i problemi inerenti alla posizione del movimento comunista di allora, nelle sue manifestazioni, dinanzi alla legge vigente in Italia e alle sue sanzioni di carattere politico, da un lato, e dall'altro dinanzi all'opera della polizia politica che faceva capo a un governo dalla - come si definiva - "maniera forte".


Ne diamo qui il lunghissimo resoconto stenografico
del pubblico dibattimento dinanzi alla 11a Sezione del Tribunale Penale di Roma.
( qui l'indice degli argomenti )



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