ITALIA - ITALY

 11 - LAZIO 

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Kmq 17.207,92 - Abitanti 5.302.000 - Capoluogo ROMA (2.645.000) - Città: FROSINONE (46.000) - LATINA (111.000) - RIETI (45.900) - VITERBO (60.500)
In origine il Latiun vetus  comprendeva solo il territorio abitato dai latini, ma in seguito il nome passò a designare anche le zone abitate da Ernici, Volsci ,Equi. La storia della regione, fin dall'anno 1000 a.C. si confonde con quella di Roma, e a quella vi rimandiamo (trovate il  link su questo stesso sito - vedi sopra).
Con l'imperatore Augusto il Lazio formò con la Campania la prima regione italica. Molto prima di Augusto, alla fondazione  di Roma, nel 753 a.C., l' estromissione di Albalonga dalla lega latina e l'unificazione con l'Urbe già avevano contribuito a formare una regione omogenea che condividerà le sorti dell'Impero Romano fino alla sua caduta. Al potere degli imperatori si sostituisce via via quello dei Papi, i quali dalla donazione longobarda di Sutri (a.728) seppero per gradi ritagliarsi nella penisola un vasto Stato pluri-regionale e domare le grandi famiglie patrizie romane che avevano rialzato la testa in quel periodo  feudale e comunale che vide una serie di contrasti fra il comune di Roma e la Chiesa. I conflitti si accrebbero durante il soglio pontificio vacante nel periodo della cattività avignonese dal 1309 al 1377. Le due generazioni pur senza papi (questi indicati come l'origine di tutti i mali) non è che risolsero la situazione, e se già prima della partenza del pontefice era critica, dopo la resero ancora più instabile.  Tornati i Papi nella sede romana, il consolidamento militare e politico ecclesiastico creò uno Stato della Chiesa forte, e già alla fine del XV secolo si può dire che il Lazio costituisce un territorio politicamente e nuovamente omogeneo. Questa sovranità dei pontefici fu tale che resterà senza tanti  grandi fatti considerevoli  fino alla parentesi napoleonica, quando lo stesso Napoleone abolì il potere temporale e nominò Re di Roma suo figlio in tenera età.
Nella Restaurazione, lo Stato Pontificio dopo il Congresso di Vienna, tornò a nuova vita, più forte e ancora più determinato a condurre una forte repressione con l'aiuto degli stessi austriaci, sempre disponibile a rinforzare il debole esercito papalino. Nei moti risorgimentali (dal 1821 in poi) le insurrezioni nello Stato della Chiesa (raccontate nei singoli anni in questa cronologia) furono numerose: nessun altro Stato in Italia eguagliò il numero di  condanne a morte inflitte ai ribelli costituzionalisti (soprattutto in Emilia e Romagna) dal giudice unico  dei teocratici governi assolutisti. Nel Risorgimento (con una parentesi di pochi mesi di una estemporanea Repubblica Romana mazziniana) lo Stato della Chiesa fu l'ultimo regione della penisola a capitolare; il 20 settembre del 1870. Giorno in cui cessò definitivamente il "Potere Temporale" della Chiesa, e Roma tornava dall'epoca romana ad essere la capitale di un Regno, di una Italia riunificata. Da questa data, Roma  dimentica in fretta la sua decadenza, si rinnova, torna a risplendere, ad essere la città più popolata d'Italia ma anche nuovamente come in passato la città del potere.
VEDI SOPRA CRONOLOGIA CITTA' DI ROMA

 12 - ABRUZZO 

Kmq 10.797,81 - Abitanti 1.281.000 - Capoluogo L'AQUILA (69.000) - Città: CHIETI (56.000) - PESCARA (119.000) - TERAMO (52.000)
Gli insediamenti umani negli Abruzzi  sono antichissimi. Resti del Paleolitico antico e del neolitico. Ma è nell'età del ferro (circa. 2000-1000 a.C.) che insediamenti fissi di nuovi arrivati (o quelli che facevano nomadismo alimentare) vanno a formare i gruppi delle prime popolazioni dette Italiche. Sono i Sabini, Piceni, Equi, Vestini, Marsi, Frentani, Marruccini e i Peligni e forse Bruzzii (anche se questi ultimi abitarono la Lucania e l'interno della Calabria).   Queste popolazioni furono poi  definitivamente assoggettata dai romani nel 305 a.C. ma  non pienamente assimilate se non dopo (tutti uniti) una sfortunata  guerra sociale contro Roma  nel 90 a.C. Con già una grande storia alle spalle, questa fu la data inizio della decadenza di una autoctona civiltà,  non amputabile agli abitanti ma ai governanti dei successivi due millenni. Con la concessione della cittadinanza, l'Abruzzo divenne provincia augustea, e in età imperiale assunse il nome di Provincia Valeria, ma fu molto trascurata per lo scarso interesse sia economico che militare (non erano ancora iniziate  le guerre bizantine). Purtroppo anche dopo la caduta dell'impero Romano, l' Abruzzo conteso tra Bizantini e Ostrogoti dovette subire gravissime devastazioni. I Longobardi la divisero infine in due parti (di qui in seguito "gli Abruzzi"); una annessa al ducato di Spoleto, l'altra a quello di Benevento. Tra il 1061 e il 1150 se li contesero gli ultimi Longobardi e i Normanni, poi la regione riunificata fu concessa in feudo a questi ultimi da  papa Adriano IV e da allora entrata a far parte del Regno delle Due Sicilie. Nel 1266 gli Angioini  la organizzarono amministrativamente e l'unirono al Regno di Napoli. Seguì il dominio degli Aragonesi, poi dei Borboni nel 1700. Occorre qui un altro "purtroppo"  perchè tutti questi dominatori lasciarono la regione nella più grande trascuratezza, trasformandola in una delle più desolate regioni d'Italia. Non ebbe pace nemmeno con il periodo napoleonico, in quello della Restaurazione, e nello stesso periodo del risorgimento italiano. Rivolte di contadini con Murat, poi sotto nuovamente i Borboni, e con il nuovo Regno d'Italia nel 1860. I nuovi regnanti  furono poco solleciti  a risolvere i gravi problemi, anzi ai primi accenni di rivolta nel 1861 la repressione fu dura, scambiando le legittime pretese sociali come rivolte di bande di briganti. Questi in effetti c'erano, come in tutte le regioni, ma qui furono utili per bollare di brigantaggio anche le legittime manifestazioni civili che chiedevano a ragione un maggior interessamento verso quei gravi  problemi economici e sociali che affliggevano la regione.
Ignorata dalla rivoluzione industriale e dalle comunicazioni non ebbe migliore sorte in seguito. Infine solo per essersi trovata al centro di uno scontro di giganti, fu  martoriata dai tedeschi-alleati, e distrutta dai bombardamenti dagli americani  nella seconda guerra mondiale nella famosa resistenza e lunga battaglia del Sangro (Rommel contro Montgomery, già reduci dello scontro titanico in Africa). Pescara fu letteralmente rasa al suolo.
(Vedi LA RESISTENZA IN ABRUZZO NEL 1943)
Solo negli anni dopo il 1970 per merito di alcuni politici locali, la potenzialità latente delle risorse umane esplose trasformando la regione  e le città in importanti centri industriali, turistici e culturali. Fino al punto di decuplicare in pochi decenni la popolazione, come quel piccolo paese di pescatori che a inizio secolo si chiamava  -Castellamare- poi nel 1929 da Mussolini creata provincia, riprese il vecchio nome dato dai Vestini al fiume che vi sbocca, il Piscaria, anche se il villaggio si chiamava Aternum  e che oggi col nome di PESCARA si avvia a divenire una vera e propria capitale del centro Adriatico, industriale, culturale e turistico. Tanto da poterla annoverare in una delle città più moderne e dinamiche d'Italia. Una città tutta nuova!
( RACCONTATECI e FIRMATE UNA  LUNGA STORIA DELLA VOSTRA REGIONE - FIN DALLE ORIGINI )

 13 - MOLISE  

Kmq 4.437,64 - Abitanti 327.000 - Capoluogo CAMPOBASSO (51.800) - Città: ISERNIA (21.000)
La storia del Molise si confonde quasi con quella dell'Abruzzo. Anche questa regione  non ebbe una migliore sorte nel corso di duemila anni. Salvo il nome che compare più tardi nel Medioevo. Abitato questo territorio anch'esso dai Sanniti, contro l'espansione romana si opposero  per quasi mezzo secolo (famose le Forche Caudine)  poi  nel 290 a.C. precedettero di poco la dominazione romana degli Abruzzi ed ebbe in cambio  lo stesso disinteresse. Caduto l'Impero, anche il Molise conobbe le distruzioni bizantine-ostrogote, poi con la dominazione bisecolare dei Longobardi, fu annesso al grande ducato di Benevento. La struttura feudale dominò incontrastata, anche quando i Normanni  di Boiano nell'XI secolo crearono in questa regione  una Contea che prese il nome di un castello longobardo chiamato appunto Molise. La sua storia a partire dall'alto medioevo non ha altre pagine che non siano tipicamente feudali fra l'altro in un ambiente anche molto povero come risorse; quasi interamente montuoso e solo con una piccola fascia di pianura di circa 30 chilometri sulla costa marina. Quindi scarsa densità di abitanti e di conseguenza di attività anche agricole. Napoleone nel Molise abolì le strutture feudali ma non risolse i problemi.  Il seguito é simile agli Abruzzi:  Rivolte di contadini con Murat, nel 1815 col ritorno dei Borboni altre sollevazioni, insurrezioni durante la fase critica del Risorgimento (1860) e anche dopo l'annessione al Regno d'Italia,  che s'inasprirono ancora di più, quando con poco acume politico ogni sommossa sociale veniva subito tacciata anche qui come "brigantinaggio" e repressa come tale nel modo più sanguinoso. Più che "cattivi" soldati, forse occorreva mandare "buoni" ingegneri e agronomi.
Dimenticata pure  nel periodo fascista, anche i governi del secondo dopoguerra, con la politica di accentramento industriale nel nord causarono ulteriormente lo spopolamento dell'intera regione. Di abitanti ne conta poco più di 300.000, meno di una città come Verona. E ha 220 Comuni con 186.000 abitanti, con una media di 840 abitanti per comune.  Solo nel 1963, IL 17 DICEMBRE  distaccata dall'Abruzzo divenne una Regione, la 20esima. Formata da 2 province (Campobasso e Isernia) ha come capoluogo Campobasso. La superficie totale e' 4438 chilometri quadrati.
Ma non è con una nuova denominazione che si cambia un territorio, e il territorio non ha subito altri sostanziali mutamenti, nè interventi, nè si sono trovate alternative con altri tipi di sviluppo.
( RACCONTATECI e FIRMATE UNA  LUNGA STORIA DELLA VOSTRA REGIONE - FIN DALLE ORIGINI )

 14 - PUGLIA 

Kmq 19.372,26 - Abitanti 4.086.000 - Capoluogo BARI (335.000) - Città: BRINDISI (94.000) - FOGGIA (156.000) - LECCE (99.700) - TARANTO (211.600)
I primi insediamenti stanziali, ritenuti i primi della penisola si fanno risalire a circa 9000-6000 anni fa con i primi provetti agricoltori. Dagli insediamenti nelle grotte - spesso anche decorate- si passa dal  3000 al 2000 a.C. alle prime costruzioni, vicine una all'altra, dando origine ai primi villaggi arcaici. Nel tavoliere pugliese ne sono stati individuati più di mille, e può essere considerato il primo stadio di una civiltà urbana, con forti influssi della civiltà orientale. Coincide questo sviluppo con le grande migrazioni che stavano iniziando dall'Anatolia e dalle pianure iraniche, quindi indoeuropee. Tribù di Apuli, di Dauni, di Peucezi di certo di origine balcanica.  Sempre in questo periodo  si sviluppa in parallelo anche una autoctona  cultura, la Romanelliana.  Dopo alcune generazioni, ci furono anche le  prime  migrazioni verso nord, negli Abruzzi (con i Bruzi- e diedero forse così il nome alla regione, anche se questo gruppo abitava la Lucania - dal 1932 poi detta Basilicata) e nel Lazio con i Latini dando anche loro il nome al territorio - Latio. Insieme diedero origine a quelli che abbiamo già nominato come Italici. Lo sviluppo tecnologico nel campo delle imbarcazioni sulle coste orientale del Mediterraneo  e la breve distanza che la separa dalle coste illiriche, favorirono verso l'anno 1200- 1000 a.C. altre migrazioni dalla Grecia e dalle isole Egee. Uomini e civiltà che riuscirono a imporre poi la propria supremazia verso il 470 a.C. 
Gli influssi di questa lenta invasione colonizzazione si fecero subito sentire non solo localmente ma anche indirettamente in altre regioni modificando non solo gli aspetti pratici dell'esistenza compresa quella alimentare, ma anche l'organizzazione socio-politica. Territori anch'essi investiti più tardi da altre migrazioni avvenute  in Toscana attraverso il Tirreno, o nella pianura Padana orientale con i palafitticoli  provenienti  dall'alto Danubio ma dopo averlo risalito dalla foce sul Mar Nero, e partiti da Varna, duemila anni prima. Non a caso un ibrido di grano, il trinicum compare nel 2000 a.C. al lago di Ledro nel Trentino e contemporaneamente nel tavoliere pugliese, quando nel resto della penisola era del tutto sconosciuto. Questo tipo di grano non lo conoscevano nemmeno in Egitto, ma solo nel mar nero e Mar Caspio.
Dopo il dominio greco consolidatosi come già detto nel 470, venne poi quello romano che riuscì assoggettare il territorio fra il 326 e il 272 a.C. non senza problemi con gli Apuli i più ostinati a difendere la propria terra. Ma la sorte non fu maligna, i romani diedero alla Puglia una notevole importanza e prosperità economica. Il brutto vene dopo la caduta dell'impero romano. Seguirono secoli di decadenza e di confusione politica durante i quali la regione, contesa da Longobardi, Bizantini e Saraceni, perdette la propria unità. In pieno sconvolgimento, a mettere un po' d'ordine, a riunire il territorio e a ridare floridezza ci pensarono i Normanni nel 1059 con Roberto il Guiscardo.  Un periodo d'argento che diventò d'oro con il dominio degli Svevi dal 1194 al 1266. Purtroppo con la morte di Federico II, la Puglia decadde nuovamente sotto gli Angioini e gli Aragonesi, subì scorrerie di Turchi, e ripiombò in un nuovo Medioevo durante la lunga dominazione spagnola (1504-1707). Con i Borboni ci fu un modesto risveglio che durò meno di un secolo, poi nel 1799 la Puglia fu saccheggiata dalle orde del cardinale Ruffo, in competizione con i napoleonici che sul luogo non riuscirono nemmeno  a far partire le riforme; già nel 1815 la Puglia ritornava all'oscurantismo Borbonico. Ma Napoleone aveva lasciato anche in Puglia il germe della rivolta. I moti liberali del 1821, poi quelli del 1848, non solo popolari ma anche della stessa borghesia, spianarono la strada per unirsi nel 1860 al Regno d'Italia.
Pur non riservando i successivi governi molte attenzioni ai problemi sociali, la Puglia -sua fortuna- possedendo una forte e intensiva produzione agricola di cereali e vinicola (e prevalentemente pianeggiante e ha il 12,5%   di aziende agricole del totale nazionale) è riuscita ad ammortizzare alcune distorsioni della politica economica nazionale che ha, fino agli anni 1980,  penalizzato tutto il Sud Italia come insediamenti industriali e la stessa agricoltura. Ritornata con le proprie forze a riemergere in questi ultimi anni, gode ora di una così forte potenzialità di risorse umane e ambientali che ha davanti a sè un futuro molto positivo, già iniziato con sorprendenti sviluppi. La Fiera di Bari non per nulla si chiama d'Oltremare, e oltre il mare la Puglia ha il più grande bacino di potenziali consumatori in continua ascesa demografica e di reddito. 
( RACCONTATECI e FIRMATE UNA  LUNGA STORIA DELLA VOSTRA REGIONE - FIN DALLE ORIGINI )

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